“Sono stato io a uccidere otto uomini nel gay village”. La confessione del serial killer di Toronto

Ha confessato il giardiniere di sessant’anni, arrestato il 18 gennaio dello scorso anno con l’accusa di avere ucciso otto uomini scomparsi nel quartiere gay di Toronto. “Sono stato io” ha dichiarato durante l’udienza preliminare Bruce McArthur gardiniere-paesaggista di giorno e serial killer omofobo di notte. È lui il responsabile delle continue sparizioni degli omosessuali che frequentavano il gay village canadese.
Descritto dai clienti come un grande lavoratore, puntualissimo e con una grande cura e rispetto verso piante e fiori, di notte sotterrava nello stesso terriccio i resti smembrati delle sue vittime per liberarsene.

Una storia nera che aleggia sulla comunità LGBT canadese da quasi un decennio. Risalgono infatti al 2010 le misteriose sparizioni, seguite da denuncia e da poca, “pochissima attenzione” da parte degli ufficiali di polizia come hanno denunciato gli attivisti. Come dichiara Rachel Giese, direttore editoriale di Daily Xtra quotidiano canadese di riferimento della comunità LGBTQ: “La questione di come la polizia ha indagato sul caso resta aperta”-

Tra le vittime Majeed Kayan, 58 anni, scomparso nel 2012; Sorouh Mahmudi, 50 anni, sparito nel 2015, e di Dean Lisowick, 47 anni, un senza tetto visto per l’ultima volta tra il maggio del 2016 e il luglio del 2017. E poi l’attivista LGBTQ Andrew Kinsman scomparso durante il Toronto Pride del 2017. La ricerca dei corpi continua, ad Aprile la sentenza definitiva.

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