Namasté, sei gay. La Russia contro lo Yoga in carcere: “Provoca omosessualità”

La senatrice russa Elena Mizulina ha scritto al procuratore generale Yuri Chaika, denunciando gli effetti a suo dire nefasti dello yoga. Lo yoga è stato introdotto in via sperimentale, nel quadro di un progetto pilota, in due carceri di Mosca.

Autrice della legge anti-lgbt

La parlamentare ultra conservatrice sostiene che lo yoga “provoca eccitazione sessuale incontrollabile che può portare all’omosessualità”, rende noto il Moskovsky Komsomolets. Mizulina è la stessa senatrice che propose, ottenendola, la legge contro la “propaganda omosessuale” in Russia. Sempre a lei si deve una legge che depenalizza la violenza domestica.

La risposta dei servizi penitenziari

Il vice capo dei servizi penitenziari Valery Maksimenko, ha garantito in una intervista che le lezioni di yoga saranno reintrodotte il prima possibile visti i loro effetti positivi e che tali lezioni saranno associate anche a sessioni di qigong. “Il mondo intero lo fa e praticare non ha causato alcun effetto negativo. Non renderà nessuno gay“, ha affermato. Ma cosa più importante, durante un’intervista rilasciata alla Govorit Moskva radio station Maksimenko ha dichiarato: “Anche se fosse, siamo in una democrazia e ognuno ha il diritto di scegliere la propria strada” facendo intendere che l’omosessualità non dovrebbe essere un crimine per la Russia.

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