La Germania vuole mettere al bando le terapie riparative

Buone notizie dalla Germania. Il ministro della Salute ha presentato un disegno di legge che metterebbe al bando le terapie ripartire per le persone omosessuali, soprattutto se minori.

IL DISEGNO DI LEGGE

Presentato da Jens Spahn, gay dichiarato, il disegno di legge punirebbe coloro i quali propongono le cosiddette terapie riparative per gli under 18 e anche per quelli che costringerebbero, minaccerebbero o proporrebbero con l’inganno tali terapie anche ai maggiorenni. Se la legge venisse approvata, la pena sarebbe fino a un anno di prigione. Multe fino a 30mila euro per chi invece pubblicizza o offre tali terapie.

«L’OMOSESSUALITÀ NON È UNA MALATTIA»

Spahn è stato chiaro: «L’omosessualità non è una malattia. Anche solo usare il termine “terapia” è fuorviante. Queste presunte terapie ti fanno ammalare, non diventare più sano. Il divieto è anche un segnale sociale importante per tutti quelli che combattono con la propria omosessualità: siete ok per quello che siete».

COSA SONO LE TERAPIE RIPARATIVE

Le terapie riparative, o di conversione, spaziano dal counseling all’ipnosi, fino a ricomprendere torture ed elettroshock. Sono state condannate dalle associazioni mediche di tutto il mondo in quanto inutili e dannose per la salute mentale delle persone.
Sono state bandite in diverse parti del mondo, come Malta, Ecuador, Brasile e Taiwan. Anche la Gran Bretagna, il Canada e l’Australia stanno pensando a dei divieti.
Negli Stati Uniti sono diciotto gli stati che condannano queste terapie per i minori. Nella città di New York, invece, si parla di ritirare il divieto dopo la pressione di un gruppo conservatore cristiano.

TERAPIE CHE AUMENTANO IL RISCHIO DI SUICIDIO

Il disegno di legge proposto in Germania afferma che questo tipo di terapie metterebbero a rischio la salute delle persone e minerebbero il loro di diritto di autodeterminazione, soprattutto per quanto riguarda l’orientamento sessuale e l’identità di genere, aspetti che pesano più della libertà religiosa.
«È chiaro che che certe pratiche sono associate a un rischio significativo di depressione, ansia o calo del desiderio. Il rischio di suicidio delle così dette terapie riparative aumenta in maniera significativa», recita il disegno di legge.

Un sondaggio del gruppo The Trevor Project, gruppo statunitense per la prevenzione del suicidio, ha determinato che il 42% delle persone Lgbtq+ che sono state sottoposte a terapie riparative hanno tentato almeno una volta il suicidio nell’ultimo anno.

 

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