I 5 libri del 2016 da portare con sé nel nuovo anno

Scorrendo i cataloghi delle case editrici (soprattutto quelle maggiori), scopriamo quanto poco numerosi siano i libri a tema lgbt pubblicati nel 2016. Abbiamo scelto cinque libri significativi, diversi per casa editrice e tipologia che, in quest’anno ormai al termine, ci hanno arricchito, impegnato, appassionato o allietato nei nostri giorni di cenere, quando invece di uscire siamo rimasti a casa, chiedendo agli amici di lasciarci là «come una / cosa / posata / in un / angolo / e dimenticata».
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Il nostro caro ragazzo

(Edmund White, trad. di M. Adani, Playground, Roma 2016).
È una traduzione del romanzo Our Young Man (2016) dello scrittore gay americano Edmund White. L’autore racconta la storia ambientata negli anni Settanta, di Guy, un modello gay francese di trent’anni, che sembra avere il potere di non invecchiare mai. Abituato a una vita lontana dalle preoccupazioni materiali, tra lussi e feste, con l’avvento dell’era reaganiana e il diffondersi dell’Aids, si ritrova a scontrarsi, faccia a faccia, con la vita vera. White mostra al lettore «i territori in cui la vita gay è particolare, unica, e allo stesso tempo prossima alla universale condizione umana» ha scritto Cunningham, altro famoso scrittore gay.

La prima pietra. Io, prete gay, e la mia ribellione all’ipocrisia della chiesa

(Krzysztof Charamsa, Rizzoli, Milano 2016).
Non è un’opera di invenzione romanzesca ma un’autobiografia. È la prima pietra scagliata da un sacerdote, teologo, docente all’università Gregoriana, ufficiale dell’ex santa inquisizione, che ha deciso di dichiarare la sua omosessualità, denunciando così il falso moralismo dell’intero sistema ecclesiastico. Questo libro (di cui abbiamo parlato con lo stesso Charamsa qui) è la prima pietra scagliata contro l’ipocrisia perché chi ama è sempre «senza peccato», ma anche la prima pietra posta a terra per innalzare un edificio, una casa più a misura d’uomo.

Il soldato nudo

5_libri_2016_2(Gian Piero Bona, Lindau, Torino 2016)
Il soldato nudo è stato pubblicato per la prima volta nel 1961, e nel 2016, a distanza di più di cinquant’anni, è stato ripubblicato (dopo una edizione del 1972). Gian Piero Bona è un poeta omosessuale che ha scritto sull’argomento molte opere in prosa e in versi, dall’alto dei suoi novant’anni di vita. Il 2016 è l’anno che segna un rinnovato interesse per questo autore (anche un altro suo romanzo, L’amico ebreo, è stato ripubblicato). Nel Soldato nudo si racconta la storia del rapporto complicato che si instaura tra due giovani soldati: Filippo, rampollo di una famiglia dell’alta borghesia, e Bruno, figlio del proletariato meridionale. La loro amicizia diventa sempre più forte fino a trasformarsi in un rapporto d’amore mancato. Il significato profondo del loro legame, infatti, non affiora alla coscienza né di Bruno né di Filippo, che non riconoscono la loro omosessualità, non danno alla loro pulsione quel nome. È il tributo di Bona all’«amore che non osa pronunciare il suo nome».

Over60 men

(Autori vari, ed. Elmi’s World, Saint Vincent 2016)
Questo libro è una raccolta di racconti scritti da autori vari, particolarmente interessante perché tocca il tema della vecchiaia degli omosessuali. Un argomento scottante, se pensiamo allo stato di solitudine in cui versano molti di loro (tanto che quasi in tutte le associazioni lgbt c’è uno spazio dedicato alla terza età, alle problematiche che essi incontrano in relazione al mondo in cui viviamo, alle sue discriminazioni). A raccontarsi in questo libro sono nomi noti come quelli di Franco Buffoni, Ivan Cotroneo, Giancarlo Pastore. Over60 men si pone a un’estremità della linea ideale che congiunge giovinezza e vecchiaia; all’altra si era posta la meravigliosa raccolta di racconti intitolata Le cose cambiano, uscita nel 2013 in Italia, che ricordava quanto fosse difficile essere giovani e omosessuali e quanto, però, con il passare del tempo «le cose cambino».

ricomincio_dall_acqua1Ricomincio dall’acqua

(Francesca De Angelis, Augh! edizioni, 2016)
È un romanzo scritto da una donna, che racconta di un arduo percorso di liberazione. Molte delle parole che l’autrice usa suonano familiari a chiunque si sia trovato a scoprirsi omosessuale e ad affrontare il disagio che deriva dallo stigma sociale. Il lettore segue la protagonista, Giulia, una ragazza lesbica, nel viaggio che la porta a dare un nome alla sua malattia mentale. Prima della diagnosi del «disturbo bipolare», Giulia si era convinta di non essere una ragazza omosessuale, ma di essere un uomo incastrato nel corpo di una donna (dunque aveva creduto di dover iniziare un percorso di transizione per diventare un uomo). Per salvarsi dal disturbo bipolare, inizia a dedicarsi alla scrittura, ma sarà solo grazie al corpo, a un contatto concreto, vivo, che Giulia troverà la forza di riprendere la sua vita.

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