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Violenza omofoba ad Arezzo: pugni a persona queer in pieno centro

Non finisce l’escalation di violenza contro le persone Lgbt+. L’ennesimo episodio, sabato scorso (ma riportato di recente) ai danni di una persona queer si è consumato ad Arezzo, come riporta il circolo territoriale Arcigay Chimera Arcobaleno. E parla di aggressione omofoba, con un messaggio su Facebook. «Sabato sera (alle 21,30)» si legge «un* ragazz* queer mentre camminava in pieno centro ha prima subito un’aggressione verbale con minacce e insulti vari, poi – senza avere il tempo di reagire – ha subito due colpi in pieno volto. L’aggressore è stato identificato e denunciato alle forze dell’ordine».

La dinamica dell’aggressione

Il sito Arezzo Notizie ricostruisce l’accaduto dalle parole della vittima, Giacomo: «Mi trovavo in Corso Italia sabato sera, erano circa le 21,30 stavo andando a una manifestazione per i diritti degli animali in piazza San Michele, pochi metri prima della piazza ho incrociato un gruppo di 7 o 8 ragazzi molto giovani uno dei quali ha iniziato a offendermi a sfondo omofobo». Da lì, un crescendo di violenza. «”Frocio di merda”, mi ha detto. Io gli ho risposto, chiedendo se avesse un problema con me e lui ha ribattuto con “spostati perché sei un ricchione di merda, se non ti sposti di metto le mani addosso”».

La vittima: “Ho provato un senso di schifo”

Veronica Vasarri

Dalle parole, anzi, dagli insulti ai fatti: «Finita la frase mi ha dato due colpi in viso» continua Giacomo. «Non mi sono reso conto sul momento se fossero pugni o schiaffi e poi ha continuato a camminare. Io ho provato a seguirlo ma dei passanti che avevano assistito alla scena mi hanno fermato». E dichiara ancora, la vittima: «Ho provato un senso di schifo, ma non sono rimasto sorpreso da questa aggressione e questo è un brutto sintomo di abitudine, consapevole che quando sono in giro mi può capitare da un momento all’altro e se non sono aggressioni fisiche sono comunque molestie verbali. È successo ad esempio che mi riprendessero senza il mio consenso mentre camminavo per strada, una cosa molto grave».

Vasarri: “Una violenza che colpisce tutte”

Chimera Arcobaleno fa presente, ancora: «Per quanto ancora continuerete a dirci che non servono norme per la prevenzione di episodi come questo e per l’educazione al rispetto?». Il riferimento va al ddl Zan, ancora in stallo al Senato da una discussione surreale, che purtroppo rientra nella quotidianità dei lavori parlamentari quando si tratta di tematiche Lgbt+.

E commenta così Veronica Vassari, presidente dell’associazione: «Quando la tua unica colpa è camminare per strada e ti senti dire “spostati ricchione sennò alzo le mani”…» e ripercorre, dunque, la dinamica dei fatti. Concludendo: «È successo ad Arezzo, in pieno centro, sabato sera, non a me ma è come se ci avessero colpite tutte. Vogliamo considerare libertà di opinione anche questa?».

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