Unioni civili: un altro sindaco vieta scambio delle fedi e fascia tricolore

Un altro comune si schiera dalla parte di chi sta tentando in ogni modo di ostacolare la costituzione delle unioni civili. Questa volta, a balzare agli onori delle cronache è l’amministrazione di Finale Emilia, in provincia di Modena, guidato dal leghista Sandro Palazzi.
Nel documento pubblicato sul sito ufficiale del comune, si legge infatti (maiuscoli originali):

“Per le unioni civili:
– Non è prevista una forma di celebrazione ma SOLO UNA DICHIARAZIONE;
– La dichiarazione NON SI RICEVE in una sala aperta al pubblico e l’ufficiale di stato civile NON INDOSSA LA FASCIA TRICOLORE;

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Il sindaco di Finale Emilia Sandro Palazzi

– NON è PREVISTO LO SCAMBIO DELLE FEDI;
– Alla luce di quanto disposto dal comma 20 della legge 76 del 2016, NON TROVA APPLICAZIONE l’art 110 del codice civile, e pertanto NON è POSSIBILE la costituzione del rapporto FUORI DELLA CASA COMUNALE“.

Il copione, con qualche dettaglio che varia da caso a caso, è sempre lo stesso: segnare quanto più nettamente la distinzione tra celebrazione del matrimono civile e costituzione delle unioni tra persone dello stesso sesso negando a queste ultime non solo ciò che è stabilito da leggi e regolamenti per le coppie etero (e che il comma 20 della legge sulle unioni civili estende anche a queste), ma anche le consuetudini non scritte, come lo scambio delle fedi che non è previsto da alcuna legge, ma di fatto avviene nella stragrande maggioranza dei casi.

“Che peccato che un comune dalle solide tradizioni democratiche come Finale Emilia – commenta il senatore Lo Giudice (Pd) su Facebook – sia caduto in mano a un manipolo di estremisti di destra. Le disposizioni del sindaco per la costituzione delle unioni civili rappresentano un manifesto di negazione dei diritti civili, un concentrato ridicolo di limiti e divieti in violazione della legge prima che del buonsenso”. “Se il sindaco si ostinerà ad applicare le sue disposizioni discriminatorie – annuncia il senatore dem – ne risponderà in tribunale“.
Pronti ad azioni legai anche gli avvocati di Gay Lex per i quali, quella del sindaco Palazzi è “una discriminazione inaccettabile e illegale, visto che la legge 76 del 2016 al comma 20 prevede che le unioni civili debbano essere celebrate NELLO STESSO MODO dei matrimoni civili”.
“Invitiamo le coppie che vorranno unirsi civilmente a Finale Emilia – scrivono ancora gli avvocati – a ribellarsi a questa palese violazione dei diritti, denunciando il Comune. Noi di Gay Lex siamo pronti ad offrire ogni supporto legale”.

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