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“La sentenza della Cassazione? Un’emozione pazzesca, una vittoria nostra”

“È un’emozione pazzesca, una gioia incontenibile e una soddisfazione immensa per un risultato che è tutto nostro, per i nostri figli e le nostre figlie”. Così, con la voce emozionata, Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno commenta la sentenza della Cassazione che conferma la stepchild adoption per una coppia di mamme romane, resa pubblica poco fa.

Marilena Grassadonia (a sinistra) con la sua famiglia

“Abbiamo creduto fino in fondo che affidarsi alla magistratura fosse la strada giusta da seguire – prosegue Grassadonia – perché i giudici pensano al bene esclusivo del minore e non beghe alle beghe politiche e agli equilibri parlamentari”. “Questa sentenza è uno schiaffo alla politica – conclude – incapace di prendersi la responsabilità e di seguire una strada che per altro era già tracciata da tante sentenze precedenti. Sono stati non solo incapaci, ma anche miopi: sarebbero potuti salire sul carro del vincitore e non l’hanno fatto. La strada è segnata, potranno esserci ritardi, forse battute d’arresto. Ma otterremo quello che ci spetta

Soddisfazione esprime anche Melita Cavallo, che da presidente del Tribunale per i Minori di Roma firmò la sentenza di primo grado del caso oggi giudicato in Cassazione. “Penso a quei tanti bambini che d’ora in poi potranno avere una tutela giuridica perchè la sentenza della Cassazione fa giurisprudenza e i tribunali non potranno non tenerne conto – ha affermato all’Adnkronos la giudice, ora in pensione -. A questo punto però bisognerebbe pensare ai tanti bambini che nascono dalle unioni civili per i quali resta la discriminazione e le tante trafile da sostenere davanti ad un tribunale per ottenere il riconoscimento di un diritto. È quindi necessario ragionare più seriamente e avviare un dibattito serio cercando di colmare le differenze“.

LE REAZIONI DELLE ASSOCIAZIONI

La giudice Melita Cavallo

L’entusiasmo di Famiglie Arcobaleno è condiviso anche dalle altre associazioni. “Siamo di fronte a una decisione di grande valore e di primaria importanza per tutte quelle famiglie che hanno veduti negati i diritti dei propri figli – commenta Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli di Roma -. Forti anche di questa sentenza ora continuiamo la nostra battaglia per il pieno riconoscimento ed equiparazione di tutte le coppie, attraverso il matrimonio egualitario, adozioni e riconoscimento dei figli dalla nascita”. “La Cassazione colma un vuoto. Confidiamo nel legislatore affinché riesca a stabilizzare, attraverso una norma certa, il vuoto legislativo sulla stepchild – incalza Adriano Bartolucci Proietti, presidente di Gaycs – e affinché il Parlamento svolga il suo ruolo appieno”. “Evviva la Cassazione – aggiunge Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center -, che tra l’altro mette a tacere tutti coloro che in Parlamento hanno fatto crociate contro la stepchild adoption. Dopo tutto i figli delle coppie gay non possono restare figli di nessuno come qualcuno vorrebbe”. È sempre rivolto ai bambini il pensiero di Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. “Dedichiamo questa vittoria ai bambini alle bambine che il nostro parlamento ha discriminato e considerato come invisibili – dichiara Piazzoni -. Questa sentenza rende loro giustizia e dignità e richiama il parlamento a un serio esame di coscienza”. Per il segretario di Arcigay, le parole dei giudici “rendono evidente il vizio che ha caratterizzato in Italia il dibattito sulle unioni civili e che non ha permesso di mettere al centro il supremo interesse dei bambini e delle bambine. Questa è una responsabilità grave che la nostra politica oggi è chiamata ad assumersi. Per noi invece oggi è un giorno di festa, in cui restituiamo lo schiaffo umiliante di chi voleva discriminare i nostri figli e le nostre figlie”.

LE REAZIONI DELLA POLITICA

Reazioni giungono anche dalla politica, a cominciare dai firmatari della legge sulle unioni civili. “La Cassazione stabilisce finalmente
che quanto abbiamo sostenuto, e purtroppo dovuto stralciare, dal testo delle unioni civili non soltanto è legittimo ma sopratutto è giusto – dichiara la senatrice del Pd Monica Cirinnà -. In Italia la giurisprudenza non ammette discriminazioni tra bambini né per il modo in cui sono nati, nè per l’orientamento sessuale dei loro genitori”.

Il senatore Sergio Lo Giudice

“A chi dice “difendiamo i nostri figli” rispondo “difendiamo tutti i figli” – continua la senatrice -. Perché i bambini sono tutti uguali, meritano tutti gli stessi diritti e la stessa dignità”. Per Sergio Lo Giudice, Pd, la sentenza è “la ratifica di un fallimento della politica che non ha saputo dare risposta al diritto fondamentale di quei bambini di vedersi riconoscere i propri rapporti familiari anche sul piano legale. Oggi comunque è un giorno di festa“. Lo Giudice continua spiegando che la Cassazione “ha  scritto una nuova pagina di civiltà che avvicina l’Italia all’Europa e mette a tacere gli oscurantisti che volevano negare dignità a questi bambini e alle loro famiglie”. La vicepresidente del Senato Valeria Fedeli (Pd) giudica “comprensibile e condivisibile” la pronuncia del Palazzaccio perché “evidenzia nella nostra giurisprudenza che la vita di una famiglia non si giudica per gli orientamenti sessuali dei genitori ma per la loro effettiva capacità di esercitare una piena genitorialità, nell’interesse del minore, della sua serenità, della sua crescita, dei suoi affetti”.

Di segno del tutto diverso il commento dell’onorevole Mario Sberna di Democrazia Solidale-Centro Democratico. “Il cosiddetto ‘preminente interesse del minore’ è il diritto di un bimbo ad avere una mamma e un papà – commenta Sberna -. Con il via libera alla step-child adoption, la Corte di Cassazione dispone per l’Italia un timbro di inciviltà e barbarie, desideri innaturali che nulla hanno a che vedere con i diritti, spalancando la strada al ritorno della schiavitù con donne ridotte a pura merce da desiderio così come i loro bambini”. Paventa un’invasone di campo dei giudici il segretario di Unione Popolare Cristiana, Antonio Satta secondo cui “la legge sulle unioni civili è un compromesso accettabile. Ma il tema della stepchild adoption non può essere introdotto dalla magistratura“. “Una cosa è certa – conclude Satta -: la famiglia tradizionale la si difende prima di tutto con provvedimenti fiscali, e con una migliore conciliazione tra il tempo dedicato alla famiglia e quello dedicato al lavoro”.

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