Se sono lesbica, gay, trans, etero, bisex, a te cosa cambia?

Il 17 maggio 1990 è stata una giornata di svolta nella storia della civiltà. Da allora chi dice ad una persona omosessuale che è malata di mente non pronuncia solo una falsità, ma un’offesa. L’Organizzazione mondiale della Sanità, cioè l’organismo a cui la comunità internazionale affida il compito di stabilire le conoscenze cardine sulla salute della popolazione planetaria, ha depennato l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Vietato da allora, lo dice la scienza, di accreditare patenti di salute mentale o di follia alle persone Lgbt per il loro orientamento sessuale. Dal 1990, dunque, non si può dire più «se sei gay, allora sei perverso». La lotta lanciata il 17 è dire «se sono lesbica (oppure no) #atecosacambia?».

A te cosa cambia?

Proprio questo è il messaggio lanciato in rete da Sentinelli e Gay Lex attraverso la vendita di una t shirt che vuole, in maniera giocosa, diffondere informazione attraverso uno slogan semplice e diretto. Anche per dire che l’ignoranza non giustifica i pregiudizi. Se sono lesbica, gay, trans, etero, bisex, a te cosa cambia?
Un messaggio contro l’odio che diventa un flash-mob da manifestare in questa giornata ma anche durante tutto l’anno come si legge sull’evento lanciato dai social: “Il 17 maggio indossa la T-Shirt ovunque sarai, al lavoro, a scuola, sull’autobus, in palestra. Fatti un selfie con la T-shirt e pubblicalo con l’hashtag #atecosacambia (puoi farlo anche davanti allo specchio del bagno, a noi cosa cambia?). E se qualcuno ti guarda storto, ti deride, ti giudica, tu rispondi: A Te Cosa Cambia?”

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