Rosy Bindi lascia la politica: ricordate cosa disse su matrimonio e adozioni?

I maggiori quotidiani nazionali hanno messo in luce l’addio di Rosi Bindi alla vita politica. Una notizia importante, per una delle maggiori figure della seconda repubblica, dai tempi di tangentopoli per tutta l’era berlusconiana. Eppure, per la comunità Lgbt, la parabola dell’ex presidente del Pd sarà ricordata per le sue affermazioni di certo non benevole su famiglie omogenitoriali e coppie dello stesso sesso.

Il progetto di legge sui DiCo

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Rosy Bindi

A Rosi Bindi si deve il primo tentativo di istituzionalizzare le unioni delle coppie dello stesso sesso. Era il 2007 e vennero partoriti i DiCo. Una legge molto blanda che sanciva di fatto la discriminazione delle relazioni affettive di gay e lesbiche. Il provvedimento, infatti, non prevedeva aspetti fondamentali quali la reversibilità della pensione. In relazione all’eredità era previsto che il/la partner rimasto/a in vita avrebbe dovuto condividere il patrimonio anche con i parenti più lontani. I DiCo furono ampiamente criticati dalla gay community proprio perché le unioni venivano riconosciute come “non coppie”, ma si garantivano i diritti dei singoli conviventi. Il tutto da regolarizzare tramite un’asettica raccomandata.

Contro il matrimonio egualitario

Famose, per altro, le sue dichiarazioni contro il matrimonio. Già ai tempi dei DiCo così si espresse, sull’opportunità che un cattolico legiferasse in merito: «Certo che ho sofferto. Certo che ho avuto paura di dannarmi l’anima. Ma sono convinta che i Dico non siano peccato», continuando con frasi quali «Due omosessuali non possono sposarsi: non lo dice solo la Bibbia, ma l’intera civiltà giuridica». Peccato, tuttavia, che la civiltà giuridica di altri paesi stesse già andando avanti. Ancora, sempre sullo stesso argomento: «Non userei mai la parola matrimonio perché credo che quella sia un istituto previsto dalla nostra Costituzione […] che lega quella parola al fondamento di una famiglia e all’unione eterosessuale».

I figli dei gay? Disadattati

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Durante il glitter bomb

Aspre critiche attirò, su di sé, anche per la questione dell’omogenitorialità: «Il desiderio di paternità o di maternità gli omosessuali se lo scordano. È meglio che un bambino stia in Africa con la sua tribù, piuttosto che cresca con due uomini o due donne, con genitori gay», rincarando la dose e spiegando, a supporto di queste gravi affermazioni, come fosse preferibile evitare di creare in laboratorio orfani o disadattati. Con buona pace delle ricerche sul tema, che dicono esattamente l’opposto sulla prole delle famiglie arcobaleno.

Le contestazioni

Per queste posizioni è stata più volte contestata, come nell’estate del 2012 durante una festa dell’Unità alle terme di Caracalla, a Roma. Un gruppo di attivisti Lgbt, infatti, la interruppe più volte durante il dibattito in corso al grido di “omofoba!”. Nello stesso anno, ma a Bologna, sempre a una festa democratica fu protagonista di un glitter bomb, in cui venne cosparsa di paillettes al grido di “viva gli sposi”. Anche durante questi episodi non si mostrò meno battagliera, alzando la voce e ricordando ai contestatori che nel Pd c’era posto per tutte le posizioni, anche quelle dei cattolici. «Se non avete bisogno di me, siete voi che dovete andare da un’altra parte», rispose a chi la criticava. Un’eredità, insomma, che non la farà ricordare come una paladina dei diritti della nostra comunità.

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