Da domani a Roma la settimana del Pride, nel segno di Stonewall

Il colpo d’ occhio è essenziale. Basta attraversare il cancello di Largo Venue è sembra di trovarsi di fronte allo Stonewall Inn, il bar da cui ebbero inizio le celebri rivolte del 1969, scelte come data simbolica dell’inizio del movimento LGBT.
Siamo a Roma, via Michelotti 2, angolo Via Prenestina, periferia rovente della Capitale che anche quest’anno ospiterà la Gay Croisette con programma fittissimo di eventi culturali, politici, artistici e sportivi che dall’1 al 9 giugno animeranno la Capitale in vista della parata del Roma Pride dell’8 giugno. “Nostra la storia, nostre le lotte” lo slogan scelto dal Coordinamento Pride.

Un Pride che resiste a questo tempo

“Questo sarà un Pride diverso come i precedenti perché figlio del proprio tempo” spiega Sebastiano Secci il portavoce del Coordinamento Pride e presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. Lo fa da un palco ideato dal direttore artistico Diego Longobardi che ricorda in tutto per tutto lo Stonewall In: i suoi mattoncini rossi, le insegne al neon dove si legge “La Gay Croisette-We Are all Stonwall” e le bandiere arcobaleno. “Saranno giorni importanti sul camp” spiega Longobardi “tutto quello che normalmente le persone non vogliono vedere ai Pride ma che serve celebrare perché ha fatto la storia. La ricchezza è diversità”.
La scenografia, il tono, le frasi sembrano una risposta al sottosegretario Spadafora che ieri aveva dichiarato: “Bene i Pride ma non mi piacciono gli eccessi”.

Non solo una celebrazione

Il preludio di un Pride di lotta e memoria come spiega Sebastiano Secci: “Se lo scorso anno il coordinamento ebbe la lungimiranza di comprendere che il clima stava cambiando, quest’anno abbiamo registrato un attacco puntuale alle persone Lgbtqi” ricorda Secci “Vengono prese di mira anche le voci che si allineano sul dissenso: Ottavia Piccolo, Antonio Pennacchi, Rosa Maria Dell’Aria l’insegnante di Palermo sospesa. Cercheremo di recuperare la favolosità di Stonewall e di chi ci ha preceduto nel 1994. Nel 2019 non possiamo permetterci di spegnere solo candeline, serve recuperare la favolosità delle nostre battaglie”.
Mentre pronuncia queste parole nel giardino di Largo Venue si riconoscono i volti di chi il primo Pride unitario in Italia, tenutosi a Roma nel 1994, lo ha realizzato, leader del movimento Lgbt italiano: Vanni Piccolo e Leila Pereira.

La sindaca Raggi assente. Zingaretti ci sarà

A inaugurare questa settimana arcobaleno sono stati i saluti “politici” di Marta Bonafoni, consigliera regionale in quota zingarettiana e Daniele Frongia Assessore comunale cinquestelle per lo Sport, Politiche Giovanili e i Grandi Eventi di Roma.
Un velo di malumore segue la prima dichiarazione dell’assessore pentastellato: “Dall’agenda della sindaca Raggi risulta un viaggio fuori Roma perciò non sarà presente alla parata. Saranno presenti assessori e consiglieri” assicura per poi ricordare il patrocinio del Campidoglio rilasciato al Roma Pride ma non solo: “l’assemblea capitolina ha approvato la candidatura per il Pride del 2025. Valutiamo di esporre la bandiera arcobaleno in campidoglio il 29 giugno ma anche il giorno del Pride”.

La consigliera regionale Marta Bonafoni invece sottolinea la convinzione della Regione Lazio nel sostenere le istanze della comunità arcobaleno. “La regione conferma il patrocinio che non è di circostanza ma politico – spiega – che si basa sulla politica e sulle politiche. Siamo entrati nelle scuole con i progetti contro l’omotransofobia in una fase difficile in questo tempo di mezzo, abbiamo un progetto per la salute delle persone sieropositive”. E aggiunge: “Siamo in una curva pericolosa della storia. Deve essere una tappa fondamentale quella del Pride per porre un freno a questo arretramento nero”. Poi dalla consigliera arriva la stoccata alla sindaca Raggi: “Il presidente Zingaretti non ha un viaggio all’estero in programma e ci sarà. Grazie perché ci date l’occasione di essere favolosi”.

Frongia: “Spadafora parli di meno e lavori di più”

Le parole di Spadafora entrano inevitabilmente dentro Largo Venue. Ed è Secci quasi a rispondere al sottosegretario: “Sarà un Pride eccessivo perché il contrario di eccesso è normalità e noi saremo assolutamente sopra le righe perciò abbiamo scelto Porpora Marcasciano come madrina di questo Roma Pride, attivista storica e favolosa del movimento Lgbt”. L’assessore Frongia coglie dunque l’occasione per invitare “alcuni ministri a chiacchierare di meno e fare di più. Bisogna lavorare per la repressione dei fenomeni. Lì si vede la prova di un ministro non chiacchierare o fare raccomandazioni inutili”.

Una arcobaleno di ospiti

Il primo giugno l’inaugurazione partirà con la madrina del Roma Pride Porpora Marcasciano che in compagnia del Portavoce Sebastiano Secci e Debora De Cave (presidente del Circolo Mario Mieli nel 1994) racconteranno di “Quel tacco che ha cambiato la storia”. A concludere Vanni Piccolo con il racconto dei campeggi di Messalina.
Continuerà con una Stand up Comedy che vedrà ospiti Daniele Gattano e Silvia la Monaca e poi l’inevitabile taglio del nastro con Enrica Bonaccorti. Tra gli ospiti che coloreranno la 7 giorni arcobaleno: Franca Leosini, Maurizio Landini, Fabio Canino, Michela Murgia. Per la lista completa degli eventi basta consultare il sito del Roma Pride

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