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Polonia, la corte blocca la distribuzione degli adesivi anti-lgbt

Il tribunale del distretto di Varsavia ha ordinato alla rivista “Gazeta Polska” di cessare la distribuzione dei controversi adesivi omofobi “zona franca – LGBT” con una bandiera arcobaleno con sovrapposte due barre nere.

“Sono contro la costituzione”

La corte ha acconsentito alla mozione preliminare degli attivisti Lgbt+ intentando un’azione legale contro la pubblicazione, sottolineando come gli adesivi violino i diritti “creando un senso di minaccia e discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale”.
La sentenza aggiunge inoltre che la costituzione del Paese afferma la parità di trattamento e proibisce la discriminazione, anche sulla base dell’orientamento sessuale.

“Adesso quereliamo l’editore”

Marcin Cieminski e Sylwia Gregorczyk-Abram di Clifford Chance sono gli avvocati che hanno rappresentato i gruppi LGBT + su base pro bono. Cieminski in un comunicato stampa ha così commentato la sentenza: “Siamo lieti della decisione della corte di ritirare il supplemento a Gazeta Polska e entro due settimane presenteremo una causa contro l’editore del giornale”.

Gli adesivi omofobi

La provocazione del settimanale di destra di distribuire adesivi anti-LGBT aveva suscitato il mese scorso ampie polemiche. I politici dell’opposizione avevano fortemente condannato gli adesivi e alcuni punti di distribuzione, tra cui le stazioni di servizio BP Polska, di erano rifiutate di accettare l’edizione del settimanale, sostenendone la natura discriminatoria. La Confederazione europea dei sindacati aveva inoltre invitato il giornale a desistere dal distribuire adesivi così provocatori: “E’ una provocazione, un insulto ai membri della comunità LGBT e dovrebbe essere evitata”, riferì la Ces in un comunicato stampa invitando polacche ed europee a condannare il gesto e ad adottare le misure appropriate contro la pubblicazione e l’uso di tali adesivi.

Gazeta Polska: “Non ci fermeranno”

Nonostante la condanna Gazeta Polska e il direttore generale Tomasz Sakiewicz hanno promesso di non arrendersi.
In una dichiarazione il direttore ha definito la decisione come “il più grande atto di censura nella storia della Terza Repubblica Polacca” e ha aggiunto “Abbiamo segnali che sono in corso attacchi alle vendite e tentativi veri di intimidazione dei venditori da parte dei censori politici. Queste sono attività criminali rivolte non solo a noi ma a chiunque critica l’ideologia LGBT in alcun modo“.

Una nazione complessa

In Polonia, paese in larga parte cattolico, sta crescendo il dibattito sui diritti LGBT in vista delle elezioni parlamentari in autunno. I membri del governo conservatore si sono espressi contro il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma hanno anche condannato la violenza di gruppi radicali contro la prima marcia dei diritti LGBT nella città di Bialystok.

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