Napoli, torna Poetè: per sognare un mondo più inclusivo e giusto

Torna a Napoli la rassegna letteraria Poetè, che è stata presentata oggi nella sala giunta del Comune del capoluogo partenopeo. Il salotto letterario curato da Claudio Finelli arriva così alla sua decima edizione e, da ottobre a maggio, torneranno molti eventi in cui far incontrare la scrittura e l’impegno sociale. «In dieci anni» ha dichiarato Finelli «Poetè ha cercato le chiavi più efficaci per aprire l’uscio del nostro immaginario e popolarlo di sogni, di emozioni, di consapevolezze e di illuminazioni. Perché, come ha insegnato Walt Disney, se puoi sognarlo puoi farlo e con Poeté continuiamo a sognare un modo più giusto e inclusivo».

Dalla narrazione drammatica, all’antimafia

La presentazione a Napoli

E comincerà oggi la rassegna che con il suo sguardo attento sulle discriminazioni per identità di genere e orientamento sessuale, proseguirà fino al 17 maggio, per un totale di ventiquattro appuntamenti. Al via, alle 18:30, verrà presentato il libro di Eduardo Savarese, Le cose di prima. Seguiranno altri trentuno titoli, tra i più vari, «dalla narrazione drammatica a quella comica e paradossale, dalla saggistica alla cronistica di chi ha sfidato i clan mafiosi» come nel caso di Federica Angeli, la giornalista di Repubblica che ha denunciato nei suoi articoli le vicende della mafia romana e che per questo vive sotto scorta.

Uno spazio di libertà e senza pregiudizi

Vari i titoli di autori e autrici che si avvicenderanno all’Hotel de Charme di Chiaia a Mare, da L’eroe negato di Francesco Gnerre all’omaggio alle persone transessuali, proprio in occasione del Transgender Day of Remembrance: il 22 novembre, infatti, ci sarà un doppio appuntamento con Paola Nasti e Giovanna Vivinetto, autrici rispettivamente di Cronache dell’Antiterra e di Dolore Minimo. «Dal 2008 Poetè cerca di creare spazi di libertà e condivisione evocando memorie, voci e suggestioni verso una nuova narrazione di verace umanità, senza pregiudizi» ha dichiarato, ancora, Finelli. Perché laddove l’animo umano parla, e quando lo fa con la letteratura, non può esserci che libertà.

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