Storie

Omocausto: la vita di Pierre Seel, deportato gay, nel film di Giovanni Coda

La Giornata della Memoria non è solo ricordo delle vittime tra la popolazione ebraica. Molte altre furono le categorie travolte dalla furia omicida del nazismo. Tra queste, gli omosessuali. Alla persecuzione dei maschi gay – detta anche omocausto – è dedicato il film di Giovanni CodaIl rosa nudo. Pellicola che, per le celebrazioni del 27 gennaio, è disponibile gratuitamente fino a mezzanotte collegandosi con il sito www.streeen.org, senza necessità di registrazione. Lo streaming è offerto dall’associazione Labor di Cagliari, che ha prodotto il film nel 2013.

La vita di Pierre Seel, deportato gay

Il Rosa Nudo, leggiamo nella scheda di presentazione del film, è ispirato «alla vita di Pierre Seel, un ragazzo che fu deportato a diciassette anni nel campo di Schimerck, a trenta chilometri da Strasburgo, e lì assistette alla morte del suo compagno». Quella triste esperienza ha portato Seel a raccontarsi in un’autobiografia, «scritta in collaborazione con l’attivista e giornalista Jean Le Bitoux, figura fondamentale del Movimento di liberazione omosessuale in Francia». Il libro non è mai stato tradotto in Italia, per cui «la produzione di Coda costituisce quindi l’unico adattamento in italiano della vicenda».

Una testimonianza sull’omocausto

Apprendiamo ancora che «come molti altri, da sopravvissuto Seel cercò inutilmente di archiviare l’esperienza traumatica di Schimerck sposando una donna e diventando padre. Nel 1982 denunciò però le persecuzioni che lo accomunano a migliaia di altri, marchiati con il triangolo rosa in quanto omosessuali». Il Rosa Nudo, diviene così documento di testimonianza dell’omocausto. E fornisce uno sguardo anche sulla figura, oscura e inquietante, del medico danese Carl Peter Veernet che «convinto di poter ottenere una cura, o meglio, una soluzione finale contro l’omosessualità» operò esperimenti medici su cavie umane, portando i suoi pazienti alla morte.

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