Quell’evento della Pride Week milanese che scatena la polemica

Venerdì prossimo, il 23 giugno, a Milano si presenterà il libro di Daniela Danna, dal titolo Fare un figlio per altri è giusto (FALSO!) (Laterza, 2017). Un evento come un altro, se non fosse che fa parte di quelli inseriti nella Pride Week del capoluogo lombardo. «Intendiamo essere presenti alla Pride Week con la nostra riflessione di lesbiche critiche rispetto ai desideri di omologazione e di sfruttamento neoliberale organizzando un dibattito sulla Gpa o utero in affitto» si legge sulla pagina di Arcilesbica Milano, che organizza l’incontro.

La posizione di Famiglie Arcobaleno

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Daniela Danna

L’evento segue le polemiche che l’associazione ha scatenato con la sua adesione ad un documento di durissima condanna nei confronti della gestazione per altri e di critica a quei pride, tra cui quello romano, che si dichiaravano, invece, favorevoli. La stessa Arcilesbica si è spaccata, con la maggioranza dei comitati territoriali (10 su 16) che hanno smentito la propria presidente. Dentro la comunità, intanto, si registrano le prime reazioni. Famiglie Arcobaleno ha già fatto sapere, attraverso un proprio comunicato, che non parteciperà all’evento: «Siamo da sempre disponibili a partecipare a confronti in cui siano ravvisabili presupposti di equilibrio e di rispetto tra le parti. E in questo caso, come si evince già dal testo dell’invito, si continua purtroppo a confondere il termine “gestazione per altri” con “utero in affitto”, termine che – ormai è risaputo – altro non è se non una cattiva abitudine comunicativa, utilizzata strumentalmente».

L’attacco al trenino dei bimbi arcobaleno, al pride del 2016

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La locandina dell’evento

Famiglie Arcobaleno, comunque, non intende sottrarsi al confronto. «Lo abbiamo sempre fatto» si legge nel comunicato «raccontando le nostre storie di genitori, mamme, papà, famiglie e condividendo i nostri percorsi con trasparenza e schiettezza». Ad una condizione imprescindibile, tuttavia: «Che non vi sia la probabile aspettativa di ricevere offese (verbali e non, pubbliche e non) nei nostri confronti e, soprattutto, nei confronti delle nostre figlie, dei nostri figli e delle donne che con libertà e affetto ci hanno aiutato a diventare genitori; come invece purtroppo è già accaduto, anche durante il Milano Pride dello scorso anno». Durante il pride milanese del 2016, infatti, un gruppo di attiviste contrarie alla maternità surrogata espose, proprio davanti al trenino dei bambini e delle bambine delle famiglie omogenitoriali, un cartello con su scritto “Vendola comprola”. Un chiaro riferimento all’idea secondo cui, con la gestazione per altri, i bambini vengono comprati e venduti.

La posizione del coordinamento milanese

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Il trenino di Famiglie Arcobaleno

Raggiunto al telefono da Gaypost.it, Giacomo Colombo, coordinatore del Coordinamento Arcobaleno – l’organo che ne stabilisce la linea politica – ha dichiarato che il Milano Pride cerca di essere il più inclusivo possibile: «Noi non abbiamo voluto escludere nessun tipo di posizione così come non abbiamo voluto prendere una posizione su un tema così divisivo per la comunità all’interno del nostro documento politico. Non penso che Daniela Danna voglia fare un evento che sia offensivo nei confronti della sensibilità di qualcuno, se così fosse sarebbe un problema. Non penso che ci sia motivo di intervenire con un atto censorio nei confronti di nessuno». Continua Colombo: «Vogliamo evitare divisioni. Le famiglie arcobaleno sono state informate e non vogliamo alimentare spaccature alla vigilia del pride». E conclude: «Arcilesbica non è un pezzo qualunque del movimento, non si può ignorare la storia e il femminismo. Consentire a Daniela Danna, che è un’attivista storica, di dire la sua non significa certo non avere alcun controllo sulla Pride Week».

Può un pride ospitare un evento contro i papà gay

Ovviamente nessuno vuole o può censurare le idee di Danna e delle attiviste che ne seguono il pensiero. È normale che in un sistema democratico, qual è il nostro, le varie posizioni possano trovare i loro spazi di dibattito e condivisione. La cosa che lascia perplessi non è quindi che si parli del libro in questione, quanto che questo evento si inserisca dentro un pride. Danna infatti appartiene a quella corrente di pensiero che auspica l’istituzione del reato universale contro la Gpa. Non è strano, viene da chiedersi, che nella stessa manifestazione ci siano le Famiglie Arcobaleno e chi ne nega l’esistenza al punto da auspicarne la criminalizzazione? Se lo stanno già chiedendo in molti e molte, sui social network, che con i loro commenti hanno già alimentato la polemica da ieri sera.

Comments
  • Angelo Maggioni
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    Io credo che un Pride non deve ospitare nulla che discrimini perchè sarebbe un controsenso della sua stessa esistenza, dunque a mio avviso un Pride non può ospitare chi discrimina i Papà Gay !!!

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