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Lisa aggredita a 16 anni perché lesbica. Giusta: «Unica soluzione legge nazionale»

Gravissimo episodio di lesbofobia ai danni di una minorenne a Torino: aggredita e picchiata alla fermata della metro. La sua colpa? Indossare abiti considerati troppo maschili.

UNA STORIA SBAGLIATA

La storia di Lisa, ragazza lesbica torinese di appena 16 anni, è stata raccontata e resa pubblica dall’agenzia stampa Pressenza. In una lunga intervista si affida proprio alla voce della protagonista il duro compito di ripercorrere quanto accaduto il mese scorso.
Lisa racconta di non aver prestato subito attenzione a quell’uomo. Lui, però, all’uscita della metro Porta Nuova, ha iniziato a inveire. «Non ho pensato che potessero diretti a me, non stavo facendo niente di male», racconta. Finché l’uomo non si è avvicinato e l’ha afferrata per un braccio. «Mi ha costretta a girarmi, poi ha messo il suo viso quasi contro il mio gridandomi che ero vestita da maschio e che facevo schifo – continua -, gridando numerose volte lesbica di merda. Poi all’improvviso mi è arrivato un pugno in faccia ed ho visto tutto nero. Mi sono piegata su me stessa».

E ancora: «Quando mi sono piegata ha iniziato a tirarmi pugni sul costato. Allora visto che faccio boxe, ho messo da parte la paura e gli ho tirato un pugno ed un gancio». «Appena lo ho visto per terra anche se avevo male e non vedevo da un occhio ho iniziato a correre verso l’autobus – continua la ragazza -, volevo solo andare via da quel posto il più velocemente possibile».
Nonostante fosse un giorno di scuola e lavorativo e fosse l’ora di punta, le otto del mattino, nessuno è intervenuto. Nessuno.

ARCIGAY TORINO: «AIUTEREMO LISA A SUPERARE IL TRAUMA»

La madre di Lisa si era rivolta ad Arcigay Torino per chiedere aiuto. Riccardo Zucaro, presidente di Arcigay Torino, ha raccontato che «si tratta del secondo caso di esplicita lesbofobia a Torino nel 2019, che riporta l’attenzione sui pregiudizi e gli stereotipi che generano questo tipo di attacchi diretti alle donne lesbiche».
«Non abbiamo notizia di una denuncia alla Polizia – spiega Zucaro -, tuttavia la ragazza inizierà a frequentare Arcigay Torino così da intraprendere un percorso per affrontare quanto accaduto».

GIUSTA: «UNICA SOLUZIONE LEGGE NAZIONALE»

«La lesbofobia, così come l’omofobia e la transfobia sono mali che attanagliano la nostra società da cui fatichiamo estremamente a liberarci – ha dichiarato a Gaypost.it l’assessore ai Diritti del Comune di Torino Marco Giusta -. Per ogni diritto acquisito, per ogni battaglia vinta a livello comunale o nelle corti, ci viene fatto pagare un prezzo di aggressioni e violenze». «Torino vorrebbe liberarsi una volta per tutte dalle discriminazioni, che però tornano fuori ogni volta creando nuove correlazioni. Come in questo caso, dove tra lesbofobia e violenza di genere il confine è labile – prosegue l’assessore -. L’unica, vera soluzione è una legge nazionale, che garantisca non solo la persecuzione del reato, ma crei una trasformazione culturale diffusa». «Nel frattempo – conclude Giusta – proviamo a costruire una società che non resti ferma quando vede un gesto di discriminazione e violenza. Sono personalmente e istituzionalmente vicino a Lisa e personalmente e istituzionalmente seriamente rattristato dal fatto che nessuno sia è intervenuto in sua difesa. L’indifferenza è a volte più spaventosa della violenza stessa».

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