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I gruppi “LGBT for Trump” all’assalto del Campidoglio insieme ai suprematisti bianchi

C’erano anche le bandiere arcobaleno dei gruppi “LGBT for Trump” nella folla che ieri ha preso d’assalto il Parlamento statunitense.
Tutto il mondo, questa notte, è rimasto inchiodato alle immagini che arrivavano da Washington dove la sede del Parlamento, Capitol Hill, è stata occupata da alcune centinaia di fan del presidente uscente Donald Trump incapaci, come Trump stesso, di accettare la sconfitta elettorale.
Il bilancio degli scontri che ne sono nati, dopo che l’irruzione era inspiegabilmente già avvenuta, con le forze dell’ordine è di quattro morti, 13 feriti e 52 persone arrestate.

Lgbt for Trump in piazza con Qanon

Tra i tanti video circolati sui social network nelle ore dell’assalto al Campidoglio, alcuni mostrano la presenza di bandiere arcobaleno. In mezzo alla folla di fan di Trump composta prevalentemente da suprematisti bianchi, militanti di Qanon e organizzazioni di estrema destra (come testimoniano anche le bandiere con la croce celtica appese dentro il palazzo), c’erano insomma a che gli “LGBT for Trump”.
E’ noto, infatti, che il 28% della comunità lgbt+ statunitense ha votato Trump lo scorso novembre: il doppio delle elezioni precedenti.
L’assalto al palazzo ha comportato la sospensione delle operazioni di ratifica, da parte del Parlamento, dell’elezione di Joe Biden che è comunque avvenuta ore dopo, nel cuore della notta.

La chiamata alle armi dell’ex presidente

Prima dell’inizio della procedura, era stato lo stesso Trump a sobillare i suoi: “se non lottate fino all’impossibile non avrete più un paese. […] Percorreremo Pennsylvania Avenue, andremo al Campidoglio e […] daremo ai repubblicani più deboli l’orgoglio e l’audacia di cui hanno bisogno per riprendersi il nostro paese”. Un’evidente chiamata alle armi che il suo popolo ha seguito alla lettera.
I manifestati si sono ritirati solo quando lo stesso presidente uscente ha detto loro di “tornare a casa in pace e amore” pur continuando a negare la legittimità dell’elezione dell’avversario.
Intanto, YouTube, Facebook e Twitter hanno sospeso gli account dell’ormai ex presidente per impedirgli di diffondere altri messaggi di incitamento alla violenza.

(Immagine di copertina: Instagram @tyler_am)

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