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Le Guide di Gay Lex: riconoscimento di due mamme, cosa dice la legge? (seconda parte)

Dopo aver analizzato la base giuridica del doppio riconoscimento di due mamme – e in particolare la legge 40/2004 – nella seconda parte di questa guida analizzeremo la lettura che ne ha dato la più recente giurisprudenza nonché le modalità di formazione degli atti di nascita con due madri e gli altri aspetti legali.

La giurisprudenza in merito al riconoscimento di due mamme

Questa lettura appena fornita delle norme indica che, se è pur vero che manca una norma specifica, non vi è un vuoto legislativo poiché basta interpretare armonicamente le norme già presenti nel nostro ordinamento.
Tale intuizione, fatta propria in primis dalla dottrina (fra i primi ricordiamo il Giudice Marco Gattuso e il Professore Angelo Schillaci), è stata però subito accolta e fatta propria da numerosi Tribunale di merito.

Come si sono pronunciati i tribunali fino ad oggi?

Le prime due pronunce, del luglio 2018, sono del Tribunale di Pistoia e del Tribunale di Bologna. Quest’ultima pronuncia in particolare fa proprie in modo puntuali le tesi della dottrina di cui sopra e risulta, ad oggi, l’unica decisione non appellata. Alle prime due decisioni sono seguite numerose altre pronunce positive, come ad esempio quelle del Tribunale di Genova, e anche decisioni di secondo grado, come la Corte d’Appello di Firenze e la Corte d’Appello di Perugia.
Non sono mancate anche decisioni in senso opposto, come quelle del Tribunale di Roma, di Parma e di Piacenza.

Che effetti avrà la decisione della Corte di Cassazione?

Della questione è adesso investita la Corte di Cassazione e, in attesa di questa importante decisione (che ci auguriamo fortemente sia positiva), probabilmente le coppie dovrebbero valutare attentamente con un avvocato esperto in queste tematiche se ricorrere in Tribunale contro eventuali dinieghi dei comuni al doppio riconoscimento.
La decisione della Corte di Cassazione segnerà sicuramente uno spartiacque perché, in assenza di una legge che normi puntualmente la possibilità di indicare due madri in un atto di nascita, i Tribunali comunque terranno in grande considerazione quanto deciso dalla corte suprema del nostro ordinamento e probabilmente anche i sindaci.
Ovvio che ciò accadrà sia in positivo che in negativo: se la decisione della Corte di Cassazione dovesse essere di rigetto, infatti, probabilmente anche molti dei Sindaci che finora hanno provveduto alla registrazione smetteranno di provvedere.

Come fanno i comuni a registrare la doppia maternità

I comuni che hanno proceduto nel registrare la doppia maternità dei bimbi nati da coppie lesbiche hanno tendenzialmente provveduto con due diverse modalità:

  • alcuni comuni, “forzando” le formule dello stato civile, hanno predisposto un unico atto (l’atto di nascita appunto) che indica già al suo interno la doppia maternità e (generalmente) anche il riferimento alla PMA. Tra questi, ad esempio, Torino e Bologna;
  • altri comuni invece hanno preferito predisporre due atti: un atto di nascita in cui è indicata la madre partoriente e un secondo atto, contestuale, di riconoscimento da parte della seconda madre, che viene annotato a margine dell’atto di nascita. Tra questi, ad esempio, Milano e Firenze.

La seconda modalità è la stessa prevista (e attuata) per i riconoscimenti avvenuti successivamente alla nascita, anche a distanza di anni.

Doppio cognome per le coppie di due mamme

Nel primo caso per le coppie di mamme è stato possibile anche mettere, se voluto, il doppio cognome al bambino direttamente alla nascita.
Nel secondo caso, invece, si è dovuto fare un ricorso al tribunale per l’aggiunta del secondo cognome, come di recente presso il Tribunale di Milano.

I ricorsi contro gli atti di nascita formati con due mamme e il supporto legale

A fianco ai ricorsi fatti dalle coppie avverso il diniego da parte degli ufficiali di stato civile di formare l’atto di nascita con due madri (o annotare un riconoscimento successivo) purtroppo negli scorsi mesi abbiamo assistito anche a ricorsi da parte delle Procure contro gli atti già formati dagli ufficiali di stato civile. Alcuni si sono risolti positivamente, altri negativamente, molti di questi ricorsi sono tuttora pendenti e molto dipenderà dalla decisione della Corte di Cassazione attesa per i prossimi mesi.

Di certo la formazione di un atto di nascita con due madri, che è un atto amministrativo attinente uno status anagrafico, segue le vicende di questo tipo di atti: non diventano mai definitivi ma possono in qualunque momento essere impugnati nelle forme previste dal nostro ordinamento.

Perché alcune coppie gay scelgono la stepchild adoption anche se garantisce meno diritti?

Non è un caso infatti se diverse coppie omosessuali negli scorsi mesi, anche in comuni in cui era possibile accedere al riconoscimento (in grado di offrire pieni diritti), hanno optato comunque per la stepchild adoption, procedimento di cui abbiamo a lungo parlato e che però con tutti i suoi limiti si chiude con una sentenza che, come tale, se non appellata passa in giudicato diventando definitiva e dunque cristallizzando il diritto confermato.

Stepchild adoption o riconoscimento pieno: come scegliere?

Proprio in vista della possibilità (che ci si augura non si verifichi mai) di un possibile futuro ricorso riteniamo importante farsi consigliare da un avvocato esperto in queste tematiche anche in fase di interlocuzione con il comune per la formazione di un atto di nascita con due madri, per essere sicuri che vengano rispettati tutti i requisiti richiesti e che l’atto venga formato nel modo più inattaccabile possibile.
Ovviamente, la speranza è che il Parlamento si decida a normare finalmente in modo puntuale sui figli delle coppie omosessuali garantendo che abbiano fin dalla nascita pari diritti dei nati in coppie eterosessuali: questa speranza però, in questo momento storico, appare quasi un’utopia.

Avv. Michele Giarratano
(Gay Lex e Gruppo Legale Famiglie Arcobaleno)

Per maggiori informazioni o richiesta di chiarimenti contattate info@gaylex.it.

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