Iran, gli attivisti lgbt denunciano: 19enne giustiziato perché gay

Un adolescente è stato impiccato in Iran perché accusato di avere stuprato un altro ragazzo. Secondo quanto denuncia Amnesty International, il 19enne, che si chiamava Hassan Afshar, è stato impiccato nella prigione di Arak lo scorso 18 luglio. La condanna è arrivata alla fine di un processo durato due mesi durante il quale il ragazzo non ha potuto avvalersi di un avvocato difensore ed ha dovuto affrontare un’accusa di stupro.

Hassan Afshar è stato arrestato nel 2014 insieme ad altri due ragazzi, tutti accusati di aver costretto un altro giovane a fare sesso con loro, su istigazione del padre di quest’ultimo.
Tuttavia, Afshar ha sostenuto che il ragazzo era consenziente e che aveva consumato già numerose altre volte sesso con altri ragazzi. Questo ha portato gli attivisti LGBT locali a sostenere che in realtà Hassan sia stato giustiziato perché gay.

Secondo le leggi che governano l’Iran, infatti, la “condotta omosessuale” è reato. La condanna è arrivata dopo sette mesi di detenzione ed è stata attuata in una cella con la porta chiusa e senza che il ragazzo, che all’epoca dei fatti era solo 17enne, potesse vedere la sua famiglia.

L’Iran si conferma il paese in cui si eseguono più condanne a morte ai danni di giovani, secondo i dati diffusi dalle organizzazioni umanitarie. Secondo Amnesty International, l’Iran ha giustiziato 13 giovani solo nel 2015, mentre attualmente sono 160 i ragazzi detenuti nel braccio della morte delle carceri iraniane.

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