Prevenzione HIV con Truvada: dall’Europa primo via libera

Il Truvada sia usato per la prevenzione da infezione HIV. Questa è in sostanza la posizione dell’EMA, l’Agenzia europea per i medicinali che ha raccomandato l’Unione Europea ad autorizzare il commercio del noto farmaco antiretrovirale, non solo, come già avviene, per la terapia in persone sieropositive ma anche a scopo di prevenzione in soggetti sieronegativi.
Questo uso, conosciuto anche con il nome di Profilassi pre-esposizione (PrEP), trova già applicazione negli Stati Uniti con risultati più che incoraggianti. Ora anche l’Europa si prepara a seguire questa strada. Dopo il parere favore dell’EMA, ora la parola passa alla Commissione Europea “Una volta che sarà garantita l’estensione delle indicazioni- ha chiarito l’Agenzia europea per i medicinali -ogni stato membro potrà decidere sul prezzo e il rimborso in base al potenziale ruolo di questo farmaco nel contesto dei vari sistemi sanitari nazionali”.

Il Truvada: da terapia HIV a farmaco di prevenzione

Truvada è il nome commerciale di una particolare combinazione di tenofovir e emtricitabina. I due principi attivi operano in modo simile inibendo l’attività della trascrittasi virale inversa: semplificando, impediscono al virus HIV di replicarsi nell’organismo. Per questo, il Truvada è particolarmente conosciuto nel trattamento di pazienti sieropositivi. In questi casi, l’obiettivo è quello di cronicizzare l’infezione e impedire che questa conduca ad una sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS).
Dove sta, quindi, la novità? Numerosi studi evidenziano ottimi risultati dall’uso del Truvada per un nuovo importante uso: la prevenzione da HIV. Il Truvada, usato da persone sieronegative, abbassa il rischio di contagio in rapporti sessuali tra persone sierodiscordati.

Secondo lo studio iPrEx, il Truvada riduce il rischio di infezione del 42% rispetto al placebo in uomini non sieropositivi o donne transgender; ancora più sorprendenti i risultato dello studio Partners PrEP trial che ha evidenziato una diminuzione del rischio del 75% in persone eterosessuali partner di donne o uomini sieropositivi. Nonostante gli ottimi risultati riscontrati, la terapia farmacologica non è considerabile come alternativa all’uso del profilattico, strumento ancora irrinunciabile per una corretta prevenzione dalle malattie sessualmente trasmissibili.

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