Aggressione di Cremona: per gli inquirenti è stata omofobia

È stato vittima di un agguato omofobo, secondo le indagini, l’istruttore di fitness che la sera del primo marzo, in corso Mazzini a Cremona, all’uscita dalla palestra dove lavora è stato prima accerchiato e poi massacrato di botte. L’uomo, 34 anni, ha riportato una prognosi di guarigione di 25 giorni per un trauma cranico facciale con frattura della piramide nasale e della parete anteriore del seno mascellare sinistro e per lesioni toraciche. L’aggredito disse agli inquirenti di essere stato picchiato da tre nordafricani perché gay.

“Mi dicevano ‘brutto finocchio’ – riferì nella denuncia – e mentre mi colpivano mi urlavano che al loro Paese quelli come me vengono ammazzati’. Sulla base delle testimonianze e degli elementi raccolti, la polizia ha accolto la ricostruzione dell’omosessuale. Uno degli aggressori, il tunisino A.H. di 32 anni, è accusato di lesioni personali aggravate dal movente della discriminazione sessuale. Degli altri due si sono perse le tracce. Ma il tunisino ha a sua volta querelato l’italiano sostenendo che l’omofobia non c’entra e che si è trattato di una rissa scoppiata al culmine di un diverbio iniziato in palestra.

(fonte: Ansa)

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