Turchia: stilista gay picchiato e arrestato per avere attaccato il governo

Lo stilista ed attivista lgbti Barbaros Şansal è stato picchiato ed arrestato in aeroporto ad Istanbul. Barbaros Şansal è uno dei maggiori stilisti turchi, ed oltre ad essere un attivista per i diritti delle persone lgbti è anche apertamente critico verso il governo di Erdoğan. Conosciuto per non avere peli sulla lingua, il designer aveva già ricevuto diverse minacce da parte di ultraconservatori ed omofobi.

Il video e l’ordine di rimpatrio

Le minacce erano culminate in un attacco nel pieno centro di Istanbul, in piazza Taksim, il 28 dicembre 2012. Quel giorno Şansal fu aggredito al volto, riportando ferite al labbro superiore, al naso e all’occhio sinistro. La notte del 31 dicembre 2016, Şansal si trovava in vacanza a Cipro del Nord e stanco della situazione del suo paese decise di pubblicare su YouTube un video di protesta nei confronti dell’attuale governo. Ecco il video diffuso dallo stilista.
(L’articolo continua dopo il video)

Il video spiega chiaramente la sua posizione, con frasi livorose e molto dirette: “Mentre voi festeggiate il nuovo anno ci sono tantissimi giornalisti in galera, tanti bambini molestati e violentati, la corruzione è alle stelle e, gli estremisti religiosi vi riempiono la testa di cazzate”. E termina: “Affoga nella tua merda, Turchia”. Il video è immediatamente diventato virale, il che ha fatto scattare un mandato d’arresto e il conseguente ordine di rimpatrio. Tutto mentre ad Istanbul il Reina, esclusivo club affacciato sul Bosforo, veniva attaccato da un uomo armato probabilmente affiliato all’ISIS, che ha ucciso 39 persone e ne ha ferite 69.

L’aggressione all’aeroporto e l’arresto

Arrivato all’aeroporto di Atatürk lo stilista, accompagnato da poliziotti in borghese, è stato attaccato da un gruppo di persone che lo stavano aspettando di fronte al velivolo. L’aggressione gli è costata traumi all’area inguinale, all’addome e alle anche. L’attacco è stato pianificato da nazionalisti ed estremisti religiosi dipendenti della TGS, società dei servizi aeroportuali di Atatürk. L’agenzia di stampa filogovernativa Anadolu aveva infatti pubblicato i dati del volo che ha riportato Şansal in Turchia, dando quindi tempo e modo per preparare il linciaggio. L’aggressione non è del tutto riuscita perché gli agenti che stavano accompagnando lo stilista sono riusciti a farlo salire su un’auto della polizia. Ecco il video dell’aggressione.
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Le autorità contro l’attivista

Immediate le reazioni di appoggio all’attacco, tra cui quella del sindaco di Ankara Melih Gökçek, che si è scagliato contro Şansal per aver provocato “la fiera nazione turca”. Prima dell’attacco in aeroporto, la presentatrice televisiva Beste Uyanık della CNN turca aveva scritto su Twitter che persone come lui devono “stare al loro posto”. Il tweet è stato cancellato immediatamente dopo il pestaggio. Efkan Bolaç, l’avvocato di Barbaros Şansal, ha dichiarato alla stampa giovedì che il suo cliente è tuttora detenuto in carcere, e che ha richiesto di essere messo in una cella singola perché teme per la sua incolumità. L’accusa nei suoi confronti è incitamento all’odio e insulto alla patria, crimine punito dall’articolo 301 del codice penale turco con pene da sei mesi a due anni di detenzione.

Le associazioni lgbti: “Non siamo sorpresi”

L’organizzazione LGBTI turca KAOS GL ha rilasciato un comunicato in cui dice di essere al corrente dei fatti e purtroppo non sorpresa di quanto successo, in un paese in cui dozzine di giornalisti vengono arrestati ogni anno ed agenzie di stampa indipendenti vengono chiuse anche con la forza.

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