Torino: i cattodem contro l’assessorato “alle famiglie”

Che la Curia torinese non abbia gradito il cambio di nome dell’assessorato nella giunta Appendino, che da “alla famiglia” è diventato un plurale e inclusivo “alle famiglie”, non è neanche una notizia. Che alla Curia si sia associato il Popolo della famiglia di Mario Adinolfi, poi, è l’elemento di folclore che non può mancare. Ma che contro la nuova denominazione dell’assessorato guidato dall’ex presidente di Arcigay Torino Marco Giusta ci fosse una parte del Pd, lascia decisamente perplessi, non solo gli avverarsi politici, com’è nelle cose, ma anche alcuni compagni di partito.

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Monica Canalis

È notizia di oggi, infatti, che la consigliera cattodem Monica Canalis ha presentato un’interpellanza (la prima del PD ora all’opposizione, come sottolinea Repubblica) dal significativo titolo: “Famiglia o famiglie, la scelta non è Chiara”.

L’INTERROGAZIONE CANALIS

“È consapevole della forzatura giuridica che viene realizzata attribuendo lo status di famiglia anche alle persone conviventi di fatto e alle unioni civili omosessuali?” chiede Canalis alla sindaca Appendino nel testo dell’interrogazione in cui si ricorda che la legge 76/2016 (quella sulle unioni civili) parla di “formazioni sociali specifiche” riferendosi alle coppie omosessuali.

Va detto che la consigliera Canalis è legata a doppia mandata al senatore Stefano Lepri, come si deduce facilmente dal suo profilo Facebook. Lo stesso Lepri, per chi non lo ricordasse, che insieme alla collega Di Giorgi ha guidato la frangia cattodem dei senatori del Pd che si sono opposti con tutte le forze alla stepchild adoption producendo, tra l’altro, un emendamento che prevedeva la detenzione per i padri gay che avessero fatto ricorso alla gestazione per altri. Un emendamento che ai tempi del dibattito a Palazzo Madama, fu ribattezzato “l’emendamento Erode”.

LE REAZIONI DENTRO IL PD

L’eurodeputato del Pd Daniele Viotti

Un’iniziativa, quella di Canalis, che ha fatto storcere il naso a più di un esponente del Pd stesso, a partire dall’eurodeputato Daniele Viotti, torinese, che sul suo profilo Facebook commenta: “Siamo nel 2016. Siamo a Torino. Siamo nella capitale italiana dei diritti, della pluralità, dell’uguaglianza. Siamo a un giorno dal Pride, il decimo Pride. Siamo nell’anno in cui finalmente l’Italia ha approvato la prima, storica, legge sulle Unioni Civili. Nel 2016, a Torino, a un giorno dal Pride fare un’interpellanza alla neo sindaco perché ha dato una delega “ALLE FAMIGLIE” e non “ALLA FAMIGLIA” è oltre l’essere antiquato. È oltre l’essere conservatori. È proprio al di là del bene e del male. Poi uno dice che noi del Pd siamo di destra. Cara Monica Canalis, non ci siamo proprio“.

“Come gruppo consiliare non ne sapevamo nulla – dichiara a Gaypost.it Chiara Foglietta, neoeletta consigliera dem -. E dire che la prima riunione di gruppo l’abbiamo fatta martedì scorso”. “Domani sarà un grande giorno. A Torino si festeggerà il decimo Pride: la più grande manifestazione laica che percorre le strade della nostra città – continua Foglietta -. Da quest’anno avrò la responsabilità di partecipare alla parata anche come rappresentante delle istituzioni, oltre che come attivista LGBT e donna lesbica.  Abbiamo il privilegio di rappresentare la nostra città. Quella Torino plurale, già capitale italiana dei diritti, che, lavorando sulla percezione del diritto dei cittadini, deve essere aperta al dialogo, al confronto, alla condivisione e all’inclusione sociale”.
Com’è noto, anche la sindaca Appendino ha dichiarato che parteciperà alla parata, partecipazione ribadita qualche giorno fa quando, insieme all’assessore Giusta e al coordinatore del Torino Pride Alessandro Battaglia si era recata a coprire i manifesti dell’evento imbrattati con svastiche e croci celtiche sostituendoli con manifesti nuovi.

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Un momento dell’evento di ieri del Torino Pride

IL TORINO PRIDE: “SI OCCUPI DEL MONDO REALE, NON DEI VERSETTI BIBLICI”

“Spiace dover intervenire su questi temi il giorno prima del pride che è la festa di tutte e tutti e il giorno successivo all’asta benefica organizzata dal Coordinamento Torino Pride per CasaOz che ha dimostrato quanto una parte consistente della società abbia superato tabù e pregiudizi e che tutte le realtà che operano nel sociale quando collaborano producono risultati assolutamente positivi – commenta il Coordinatore del Torino Pride Alessandro Battaglia –. Oggi il Coordinamento Torino pride non si occupa più di ciò che dice o pensa la Curia, soprattutto dopo i numerosi tentativi di dialogo sempre respinti. Abbiamo continuato però a cercare quel dialogo con i livelli più bassi della gerarchia ecclesiastica con buoni risultati. Ci occupiamo invece e sempre con molta attenzione della politica e della sua capacità di evolversi ed uscire da un mal celato oscurantismo”.

È buffo immaginare la giovane neo consigliera comunale del PD – continua Battaglia -, della corrente cattodem dei leprotti piemontesi, a Consiglio Comunale praticamente nemmeno insediato, stilare in solitudine un’interpellanza sulla questione famiglia/famiglie. La consigliera dovrebbe oramai avere imparato che la realtà e la vita vera sono cosa diversa dalle sue letture serali di salmi e versetti biblici e che l’evoluzione della società è ampiamente studiata e monitorata da persone certamente più competenti di noi e lei”. “Invitiamo quindi la consigliera Canalis a dar seguito al mandato che i cittadini e le cittadine della Città di Torino le hanno gentilmente concesso occupandosi della realtà e non di fantasie mediatiche – conclude il coordinatore del Torino Pride-. La invitiamo altresì a partecipare domani al Torino Pride per toccare con mano la varietà di famiglie che sfileranno portando con loro solo la voglia di amarsi, di essere felici e di vedersi riconosciute dallo Stato nel quale si sono formate smettendo di essere considerate di serie b”.

Showing 4 comments
  • marco perry
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    Sono d’accordo con Monica Canalis e Monica Cirinnà l’unione civile tra omosessuali è una specifica formazione sociale così come lo sono le convivenze di fatto tra eterosessuali, quindi non sono le famiglie fondate sul matrimonio come da articolo 29 della Costituzione

  • Loredana
    Rispondi

    Ma non farmi ridere.
    Formazione sociale Specifica? Ridicolo.
    Due persone che si amano: vuoi sposarmi?
    Si! Voglio essere la tua formazione sociale specifica!
    Una specie di FerroviadelloStato, FFSS…
    FSS…
    Un palloncino che si sgonfia…
    Andate e immergetevi nel Pride, che forse riuscirete a sorridere un po’!
    Mamma santa che tristezza!

  • antonella
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    Per altro ricordo che non è certo grazie al partito del Sindaco se la nuova legge è stata finalmente approvata.

  • Antonio Gaudiano
    Rispondi

    Marco, perciò io divorziato con 2 figli non ho più una famiglia? Oppure la mia famiglia a 50 anni è quella di origine(senza i miei figli)? O ancora peggio la mia famiglia dovrebbe essere quella di un matrimonio fallito?
    Come vedi dire famiglia non è così semplice e nell’indicare un assessorato alle famiglie non significa non tutelare quella prevista in costituzione ma venire incontro alle esigenze delle tante tipologie di famiglie esistenti.
    La costituzione è pienamente rispettata anche nella sua totalità dei diritti fondamentali dell’uomo

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