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Non si dimette il consigliere che aveva offeso gay e lesbiche: «Sono stato frainteso»

Giuseppe Cannata, il consigliere ex Fratelli d’Italia di Vercelli che aveva scritto «lesbiche e gay ammazzateli tutti» ha cambiato idea: non si dimetterà.

COS’ERA SUCCESSO

All’indomani dell’inchiesta Angeli e demoni sulla vicenda degli affidi a Bibbiano, Emilia-Romagna, il consigliere di maggioranza ed ex di Fratelli d’Italia Giuseppe Cannata aveva scritto sul suo profilo personale, a luglio, che lesbiche e gay erano non solo «feccia dell’umanità», ma anche che gay e lesbiche sarebbero dovuti essere ammazzati tutti. Insieme ai pedofili. Quelle frasi gli erano costate un avviso di garanzia per istigazione a delinquere, con l’aggravante di aver commesso il fatto attraverso strumenti informativi e telematici..

«SONO SCONVOLTO»

Presentatosi nell’aula del consiglio comunale Giuseppe Cannata ha racconto che la vicenda gli avrebbe rovinato la vita e che avrebbe subito attacchi da tutta la comunità vercellese e non solo. «Questa vicenda ha sconvolto me e la mia famiglia e ho chiesto subito scusa — ha detto —. Sono qui per ribadire con chiarezza che con la mia frase intendevo scagliarmi contro i mostri che hanno distrutto la psiche e l’ infanzia di tanti bambini. Tutti conoscono Pino Cannata medico, volontario Emergency e volontario per Medici senza frontiere in Afghanistan. Mi sono sempre battuto per i deboli».

«SONO STATO FRAINTESO»

Giuseppe Cannata ha quindi deciso di non dimettersi da consigliere e si è presentato in aula brandendo un vangelo. In aula ha deciso di leggere un brano di Matteo in cui si condanna chi «dà scandalo ai bambini». Il consigliere si è giustificato dicendo di essere stato frainteso: «Io ce l’avevo con i fatti di Bibbiano e Forteto. Erano i responsabili di quei fatti quelli da ammazzare».

IL PD ABBANDONA L’AULA

La ex sindaca di Vercelli, Maura Forte, ora capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale, ha tuonato che «Le frasi del consigliere sono di una gravità inaudita: l’assemblea si riappropri della propria dignità». La protesta del Partito democratico è stata seguita anche da Movimento Cinque stelle e SiAmo Vercelli che hanno abbandonato l’aula in segno di protesta per essere stati esclusi dal dibattito per decisione del presidente del consiglio comunale. Tra il pubblico anche Salvatore Veneto, attività di Arcigay, che ha esibito una maglietta con su scritto «Alcuni ragazzi sposano ragazzi. Fattene una ragione». Il presidente del Consiglio Gian Carlo Locarni ha quindi sospeso la seduta. Una volta ripresa, Locarnisi è pubblicato dissociato dalle affermazioni di Cannata che ha così deciso di abbandonare l’aula. E di non dimettersi.

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