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Umbria: approvata la legge contro l’omofobia e la transfobia

Dopo dieci anni e un iter molto tormentato, perfino nelle ultime settimane, il Consiglio Regionale dell’Umbria ha approvato la legge contro l’omofobia e la transfobia. Dopo un rinvio, una seduta sciolta, la spada di Damocle di un emendamento definito “salva omofobi” dalla comunità lgbt umbra, la regione ha finalmente un testo che tutela le persone gay, lesbiche, bisessuali e trans sul posto di lavoro, nella fruizione dei servizi, promuove un osservatorio sulle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Hanno votato a favore Pd, M5S, Articolo 1 – MDP, Socialisti e democratici per un totale di 15 voti favorevoli, un astenuto e 5 contrari.

La reazione di Omphalos

Soddisfazione da parte dell’associazione Omphalos che dall’inizio segue la legge ed ha contribuito alla sua stesura.
«Siamo soddisfatti per questa definitiva approvazione – commenta a caldo Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos – l’impegno della nostra associazione, che dal 2007 segue e supporta l’iter di questa legge, non è stato vano e siamo felici di aver contribuito a rendere questa Regione un posto più civile per tutte e tutti i suoi cittadini. Ringraziamo la presidente Catiuscia Marini per essersi spesa in prima persona a sostegno di questo provvedimento e chiediamo alla Giunta che la legge inizi subito l’iter di attuazione. Un appello anche al Parlamento perché riprenda subito la discussione di una legge nazionale, che insieme alle norme regionali, completi il quadro di tutela su modello di quanto avviene nel resto d’Europa.»

Legge migliorata

Rispetto alla versione uscita dalla III Commissione, la legge approvata in aula ha subito anche degli importanti miglioramenti che ne rafforzano l’azione, come ad esempio la possibilità per la Regione di costituirsi parte civile nei processi per omofobia e transfobia o le modifiche che tengono conto della recente normativa nazionale sulle unioni civili. Importanti anche gli emendamenti sui richiami costituzionali, che sostituiscono l’ormai tristemente famoso emendamento “salva omofobi” del consigliere Smacchi.

Sventato il tentativo di svuotare la legge

«L’assalto a svuotare la legge è stato fortunatamente fermato e l’orribile emendamento “salva omofobi” superato – dichiara Bucaioni – è chiaro che tutte le leggi regionali si muovono all’interno della Costituzione e non potrebbe essere altrimenti, ma un conto è richiamarne gli articoli come è stato fatto nel testo finale approvato in aula e un altro è interpretarli e fuorviarli con i diktat degli integralisti religiosi, come voleva fare il consigliere Smacchi con il suo maldestro tentativo andato fortunatamente a vuoto».

«Questa vicenda lascia comunque una certa tristezza – continua Bucaioni – è triste pensare che la strategia messa in atto da alcuni consiglieri della maggioranza fosse solo tesa a mettere in difficoltà la loro stessa parte politica e in realtà non riguardava neanche il merito della legge, ma tornaconti tutti interni agli equilibri della maggioranza. Verso di loro e verso questo modo di far politica va la nostra più profonda indignazione, nella speranza che i cittadini e le cittadine dell’Umbria sappiano ricordarsi di chi una volta eletto si muove solo per il proprio tornaconto, facendo carta straccia del programma elettorale.»

I ringraziamenti a tutti quelli che hanno contribuito

«Vogliamo infine ringraziare chi in questa legge ci ha creduto sin dal principio – aggiunge Lorenzo Ermenegildi, segretario di Omphalos – in particolare Maria Pia Serlupini, nel 2007 consigliera comunale a Perugia e promotrice del testo e l’Avvocato Antonio Rotelli, giurista e fondatore di Rete Lenford, avvocatura per i diritti LGBTI, che ha curato l’estensione del testo».

«Al Partito Democratico, al suo segretario regionale Giacomo Leonelli e agli altri firmatari di questa legge – conclude Ermenegildi – un grazie per aver portato a compimento quello che prima di tutto era un vostro preciso impegno elettorale, ma anche un ammonimento, per aver sottovalutato l’importanza di questa legge e aver permesso che si potesse anche solo insinuare che con la scusa della libertà di pensiero fosse possibile tutelare allo stesso tempo vittime e carnefici dell’omotransfobia. Ribadiamo con forza che l’omofobia e la transfobia non sono opinioni e questa legge certifica che non hanno più cittadinanza nella nostra Regione.»

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