Questa mattina Torino si è svegliata con una sorpres. Alcune delle strade principali della città sono state ribattezzate con i nomi di femministe, lesbiche e trans che hanno a loro modo cambiato la storia. Un’azione simbolica verso Lesbicx, il convegno che si terrà questo weekend sotto la Mole.
Le nuove targhe toponomastiche sono state affisse questa notte dalle attiviste dell’associazione Maurice Lgbtq. Si tratta di una azione simbolica per sensibilizzare e far conoscere la storia di donne straordinarie.
Stamani i torinesi si sono svegliati e corso Siccardi era stato ribattezzato Tina Modotti, corso Stati Uniti via Vivian Maier e poi via Marielle Franco, Corso Carla Lonzi, via Leslie Feinberg, via Hevrin Kahalaf.
Il blitz toponomastico – pacifico – di stanotte, come già annunciato, precede Lesbicx.
In una intervista al quotidiano La stampa, Roberta Padovano di Maurice, spiega: «Tre giorni per incontrarsi, darsi stimoli culturali e politici, divertirsi, all’insegna di una soggettività lesbica non più normativa».
E ancora: «Forte della sua storia e della sua autorevolezza, il lesbismo espresso da Lesbicx accoglie tutte le soggettività che un tempo venivano considerate “non abbastanza lesbiche”, o comunque marginali, come le donne trans, quelle intersex, le persone non binarie, le migranti, le persone con disabilità, le grasse, con molta attenzione all’intersezione tra i diversi tipi di discriminazione che i soggetti complessi che abitano il nostro presente possono subire».
Come raccontato da Paola Guazzo a Gaypost qualche giorno fa Lesbicx ha deciso di utilizzare la desinenza “x” al posto delle tradizionali desinenze maschili, femminili o neutre. Una scelta, questa, iniziata con la prima edizione.
E oltre a esserne divenuta simbolo, Paola Guazzo rivendica. «X è incrocio – spiega -, ma soprattutto segno di un percorso. Di questo siamo coscienti e responsabili, sia nei termini di un costante approfondimento e studio, sia in termini di pratica politica quotidiana. La pratica delle nostre relazioni e del nostro fare insieme può risentire inevitabilmente di dinamiche interpersonali intossicanti e di giochi di potere che non sempre favoriscono prospettive luminose per un processo di soggettivazione politica Lesbicx. Ci conforta il fatto di avere fra noi qualche lesbica saggia, nonché una certa predisposizione testarda alla ricomposizione della X. In questo si parerà la nostra nobiltà. Sovvertire, per quanto possibile e oltre, le miserie alle quali una certa politica lesbica mainstream ci ha purtroppo fatto assuefatte per anni».
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