Tommaso Zorzi, sbagli: difendere i tuoi diritti non è “fare pollaio”

Epic fail di Tommaso Zorzi, che nella puntata di ieri del Maurizio Costanzo Show ha partecipato insieme alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Una “performance”, quella del noto influencer nonché vincitore dell’ultima edizione del Grande Fratello Vip, che ha fatto storcere il naso a molte persone della comunità Lgbt+. Durante la puntata, infatti, tra Zorzi e la leader di Fdi ci sono stati sorrisi, ammiccamenti e hanno pure cantato insieme Io sono Giorgia. E non finisce qui, ahinoi…

Il siparietto canticchiando Io sono Giorgia

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni, durante il programma, ha ricordato che deve proprio a Tommaso Zorzi la creazione della “hit” Io sono Giorgia. «È stato lui a creare un contest sul suo Instagram» leggiamo sul sito di Radio Deejay «in cui chiedeva ai suoi fan di aprire la finestra di casa e urlare “Io sono Giorgia!”. Poco dopo i “Mem & J“, che si definiscono “creatori di musica tamarra, trash, fatta da gente che non sa cantare” hanno creato il celebre video, subito condiviso proprio da Zorzi». Un contributo alla popolarità della rappresentante politica, nota per le sue posizioni contro le persone Lgbt+, di cui non si sentiva il bisogno. Quindi, l’affondo sulla legge Zan.

L’attacco alla legge Zan

«Poi dinanzi a Maurizio Costanzo» riporta Spetteguless, «che sul gong della trasmissione ha ricordato a Meloni l’aggressione omofoba di Valle Aurelia e la necessità di una legge contro l’omotransfobia, la deputata di Fratelli d’Italia ha detto tutto e il contrario di tutto. In pochi minuti le sono uscite una quantità tale di fregnacce da far tremare i polsi, facendo passare addirittura gli omosessuali come ipotetici discriminati, dinanzi al DDL Zan, perché eventualmente considerati categoria protetta. Oltre la surrealtà».

La risposta di Tommaso Zorzi

Giorgia Meloni ha dunque continuato ad attaccare la legge Zan, ritenendola sostanzialmente inutile. Il tutto sotto lo sguardo sorridente di Tommaso Zorzi che non ha replicato. Travolto dalle polemiche, su questo suo silenzio, l’influencer ha risposto: «C’è una parte di gente che si aspettava che ieri al Costanzo facessi il pollaio riguardo alla legge Zan con la Meloni. Ho talmente rispetto per il programma che non mi sarei mai permesso. Forse stavate guardando il programma sbagliato se volevate vedere litigate». Quindi si è compiaciuto degli ascolti, fatti dal programma (l’articolo continua dopo il video).

Un colossale errore

Adesso, non si pretendeva che il vincitore del GF Vip ingaggiasse una rissa con un’esponente politico di così grande impatto mediatico. Il problema è che le affermazioni della leader di Fdi vanno contro una legge che tutelerebbe anche Zorzi di fronte a un episodio di omofobia. Lo stesso che qualche giorno fa, su Instagram, scriveva: «Se subisci un’aggressione omofoba, qualcuno DEVE pagare», con video a seguito sul fatto che veniva insultato proprio per il suo orientamento sessuale. Opponendosi alla legge Zan, Meloni va contro il diritto a quella “certezza” – quel DEVE scritto in maiuscolo – rivendicato da “Tommy”.

Difendere i propri diritti non è fare pollaio

Poi va da sé, lo scandalo non serve a nulla. Le critiche, invece, aiutano a crescere. E dispiace che l’influencer non abbia capito la dimensione, colossale, dell’errore su cui è scivolato. Siamo d’accordo, Tommaso Zorzi non è un attivista Lgbt+ o un intellettuale. È un “animale da telecamera”, un personaggio televisivo, e non è una colpa se non ha gli strumenti politici – che siano argomenti o semplice coraggio – per fronteggiare i discorsi di Giorgia Meloni. Però difendere i propri diritti (e soprattutto il diritto alla felicità) non è “fare pollaio”. E non passa di certo dalla rissa in tv. A volte basta sostenere la bontà delle proprie posizioni. Invece di optare per il silenzio. Grave che Zorzi, il quale – ripetiamolo – non è un attivista, ma non è nemmeno stupido, non lo capisca.

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