È uscita, come ogni anno in occasione del 17 maggio, la Giornata contro l’omolesbobitransfobia, la Rainbow map dell’Ilga. E, insieme ad essa, anche il report sui diritti della comunità Lgbtqia+. Come prevedibile, la situazione rispetto allo scorso anno non è cambiata. Anzi, si registra un ulteriore arretramento, per quanto riguarda il benessere della comunità arcobaleno.
L’Italia vicina all’Ungheria di Orban

L’Italia, infatti, scende ancora nella percentuale assegnata da Ilga, perdendo un punto rispetto lo scorso anno. Peggio di noi, in area UE, l’Ungheria di Orban dove ormai l’attacco alla comunità Lgbtqia+ è da tempo smaccatamente al centro della politica del governo di estrema destra. Fanno meglio di noi paesi quali la Macedonia del Nord, il Kosovo, la Serbia e l’Albania. La classifica dei paesi redatta da Ilga tiene conto di settantacinque parametri, tra cui quello dell’uguaglianza e della non discriminazione, la tutela delle famiglie arcobaleno, la lotta ai crimini d’odio, i diritti delle persone trans e intersessualità, ecc.
Per Ilga, una reazione globale contro la comunità
Scende di sei posizioni anche l’Inghilterra, ma anche qui nessuna sorpresa dopo la sentenza della Corte suprema britannica a danno delle donne transgender. «Le azioni intraprese nel Regno Unito, in Ungheria, in Georgia e altrove non segnalano solo regressioni isolate» dichiara Katrin Hugendubel, Direttrice Advocacy di ILGA-Europe «ma una reazione globale coordinata volta a cancellare i diritti LGBTI, cinicamente presentata come difesa della tradizione o della stabilità pubblica, ma in realtà progettata per consolidare la discriminazione e reprimere il dissenso».