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Spari contro il Gay Village, Battaglia: “Roma nelle mani della malavita”

Un uomo vestito di nero, con il volto nascosto da un casco integrale, ha sparato colpi di pistola contro il Gay Village di Roma. È successo alle 5 di mattina di domenica 7 agosto, quando la serata era ormai conclusa e ci si apprestava alla chiusura. L’uomo, rimasto nascosto fino a quel momento, ha mirato contro l’ingresso posteriore, vigilato dalla security del Gay Village. Per miracolo, nessuno è rimasto ferito. Quando l’uomo è scappato, gli addetti alla sicurezza lo hanno inseguito per poi vederlo caricare su una moto da un altro uomo con cui è scappato. Nella fuga, i due hanno perso la pistola.

“Non sappiamo né chi fosse né quali fossero le ragioni di questa aggressione – commenta a Gaypost.it Imma Battaglia, fondatrice del Gay Village -. La polizia ipotizza che ci possa essere un legame con un tentativo di rissa avvenuto molto prima, durante la serata, e sedata dalla sicurezza che ha subito buttato fuori i responsabili. Ma non c’è alcuna certezza di questo, né che si tratti di omofobia”.

È amareggiata, Imma Battaglia, per le condizioni in cui versa Roma e, in particolare l’Eur che ospita il Gay Village.
“La verità è che questa città versa nel degrado più assoluto – dice -. È in mano alla malavita, sono loro che comandano e la vicenda dei rifiuti è la testimonianza di tutto questo”. “Ho chiesto alla sindaca Raggi e al presidente del municipio di intervenire, di aprire un tavolo sulla sicurezza, perché siamo soli – continua Battaglia -. Quella zona non è presidiata se non dagli agenti del commissariato che sono pochi e fanno quello che possono. I vigili passano solo per l’ordinanza anti alcol, mentre l’abusivismo tutto intorno regna sovrano”.

Un appello, quello di Battaglia, che ad oggi l’amministrazione capitolina non ha raccolto. “Siamo isolati e diamo fastidio perché siamo l’unica manifestazione che funziona – spiega ancora la fondatrice dell’evento gay romano -. Ogni sera lavorano da noi circa 200 persone per un totale di circa 400 maestranze: non possiamo mettere in pericolo la loro vita né quella di chi viene da noi ogni sera per partecipare agli eventi”.
“Marino stava facendo un buon lavoro anche su questo fronte – continua Battaglia che nella scorsa sindacatura era consigliera comunale di Sel -, ma è stato fatto fuori dalla malavita e da alcuni pezzi di Roma“.

Quanto accaduto domenica scorsa non fermerà la stagione dell’estate gay romana la cui conclusione è prevista per il 3 settembre prossimo.
“Certo, continuiamo, non possiamo far vincere loro, resistiamo – conclude Battaglia -, ma siamo isolati e non possiamo fare altro che rivolgere un appello a tutti perché questo isolamento finisca“.

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