“Si può parlare di sesso”. Quasi ogni giorno mi capita di dire queste parole sia in ambito clinico che in ambiti meno professionali, perché il sesso è un argomento che permea la vita di ciascuno. In particolare, la curiosità e il desiderio di concedersi delle domande davanti a qualcuno che “si occupa di” mi permette, ogni volta, di cercare di comprendere quanto ancora bisogna fare per educare alla sessualità e all’affettività, innanzitutto per poter rompere silenzi, pregiudizi e soprattutto stereotipi che possono essere oltre che falsi o sbagliati, talvolta anche dannosi per la propria sessualità o relazione.
L’immagine che si ha dell’uomo in tema sessuale è quella di un robot meccanico che “deve” essere all’altezza (sempre) delle sue prestazioni sessuali. L’uomo, però, non è un robot. Stephanie Buehler, sessuologa del Buehler Institute cerca di far conoscere un modello di uomo non più lineare per come si pensava prima, ma un uomo dotato di sensibilità e sentimenti proprio come la donna. L’attività sessuale, dunque, diventa piacere reciproco, riconoscendo l’altro come individuo e non come genere (o ruolo).
Cosa vuol dire fare sesso? Talvolta si associa il sesso unicamente al momento di raggiungimento dell’orgasmo e se questo manca, allora ci si sente come se il rapporto sessuale non ci fosse stato. Non solo, questa immagine torna anche quando si pensa alla penetrazione, che è solo un modo, tra tanti altri, di entrare in intimità col partner. Il sesso è piacere, benessere, comunicazione, scambio, relazione. E’ fatto di baci, coccole e massaggi, di stimolazione orale, di autoerotismo reciproco o individuale, ma è anche fatto di fantasia, trasgressione, gioco, fiducia e rispetto. La sessuologa Moushumi Ghose, consiglia di ampliare la propria idea di sesso affinché si possa raggiungere benessere e piacere.
Soprattutto nelle prime fasi di nuove frequentazioni, le persone tendono a credere, secondo la sessuologa Keeley Rankin, che la prima volta con un nuovo partner sarà indimenticabile, rimanendo talvolta delusi dalla stessa aspettativa creata. E’ un qualcosa che può accadere in tanti casi, ma, più probabilmente, all’inizio il sesso sarà “normale”, “canonico”.
Molte coppie, in terapia, dicono di essere preoccupate per la differenza di desiderio sessuale. Ovvero uno dei due partner vuole fare sesso più spesso dell’altro. Tale problematica sembra eguagliare il desiderio di alcune persone di raggiungere l’orgasmo contemporaneamente. Non che ciò sia completamente impossibile, ma dall’altra parte nega un po’ i tempi di ciascuno nella propria dimensione sessuale. Così, anche per il desiderio sessuale, non sarà questa differenza la causa di un fallimento relazionale.
Dunque, cercare di comprendere e riconoscere l’altro in questo aspetto può essere un altro modo (in più) di conoscere e scoprirsi; apre al dialogo e a riconoscersi diversi, ma entrambi soddisfatti dalla frequenza dei rapporti.
Perché, di sesso, si può e si deve parlare!
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