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Scalfarotto contro l’assessore gay di Appendino, il web insorge

Web in rivolta, per un tweet di Ivan Scalfarotto. Il viceministro dell’Economia, il 3 luglio, ha infatti scritto sul suo profilo: «A Torino il presidente di Arcigay diventa assessore per il partito che prima ha tentato di sabotare e poi ha votato contro le #unionicivili». Il commento si riferiva a Marco Giusta, assessore per le Pari Opportunità e le Famiglie nella giunta della sindaca Appendino. Sono seguiti, tra ieri e oggi, diversi commenti non proprio lusinghieri verso l’esponente del Partito democratico.

Ivan Scalfarotto

«Ha fatto una scelta personale e con la nomina non è più presidente Arcigay. Si sapeva e lo sapevi» gli ricorda subito Sacher Fire, allegando la dichiarazione ufficiale a firma dell’associazione torinese. «Ma infatti qui nessuno critica l’associazione» si difende l’esponente del governo Renzi, parole che sembrano non convincere gli altri utenti: «E chi critichi, il fantasma formaggino? devi gioire per un gay in una carica che il pd darebbe a un cattolico», lo bacchetta Umanesimo.

Ben più duri i commenti di Rei_Kashino «Pensavo che dopo averti regalato la poltrona da sottosegretario, non dovessi più parlare di cose gay… #vergogna», di AndrewRm «Ma per cortesia, TACI che era una proposta del PD che il PD non è riuscito a sostenere grazie alle fronde cattodem» e di Frankowolf1 «Pensa Ivan che a Roma un partito che ha sabotato la legge contro omotransfobia fa sottosegretario un gay». E sulla mancata legge contro l’omo-transfobia insistono altri utenti, sempre su Twitter: mattiaGALDIOLO gli dice «col tuo curriculum su Arcigay e altrui coerenza possiamo sorvolare. Per la legge contro l’omofobia e unaar come stiamo?» e HoppipollaFede rincara «il #ddlScalfarotto chi l’ha sabotato? Tu, insieme a Gigli, con il beneplacito del PD».

Spostano la questione sul piano politico i commenti di Fulvia Bandoli, sul social con lo pseudonimo di senzasinistra: «Non voto 5s ma polemica è forzata: fa l’assessore per una Sindaca che le condivide e ha creato assessorato “alle famiglie”». Emma Trent, su Twitter speranza58, tira fuori un vecchio commento, in cui Scalfarotto attaccava l’entusiasmo della gay community italiana per le unioni civili in Grecia (ricordando che quelle italiane sarebbero state di gran lunga migliori perché prevedevano le stepchild adoption, poi però stralciate nel testo finale). Lapidario, infine, Marco Montini che sentenzia: « ha lavorato per i diritti gay come la #Barbie per quelli delle donne».

Un commento in polemica a Scalfarotto

Che il viceministro abbia di queste uscite per autolesionismo, perché crede davvero nelle ragioni della sua protesta o per ottenere un po’ di attenzione mediatica in più, è qualcosa che non sapremo mai. Ognuno/a è perciò libero di farsi l’idea che più gli/le aggrada in merito. Faccio notare però al personaggio in questione che anni fa  la sua amica Cristiana Alicata mi spiegava il suo ingresso dentro il Pd per migliorare quel partito dall’interno. Rimproverandomi, per altro, di non voler capire che un/a attivista Lgbt dentro i partiti è cosa sempre buona, perché porta le nostre cause laddove nessuno potrebbe farlo meglio di noi. Se vale per gay, lesbiche e trans dentro il Partito democratico, quindi, dovrebbe valere anche per chi decide di far politica anche in altre case politiche.

È anche comprensibile che, visti i timidi e insufficienti risultati da parte delle rappresentanze arcobaleno dentro il partito di Renzi, si abbia qualche perplessità in più per la militanza di altre persone Lgbt altrove. Le persone, tuttavia, andrebbero giudicate per quello che fanno. E ciò vale anche per chi, dentro il M5S, il Pd o altra formazione a scelta, si candida per portare i temi a noi cari e poi o li tradisce oppure se ne fa strenuo difensore. Ai posteri, è il caso di dirlo per la giunta torinese, l’ardua sentenza. Restano ancora da capire, invece, le ragioni per cui la legge contro l’omo-transfobia è ancora ferma in Senato e perché mai – come suggerisce anche Alepinarello sempre sui social – chi si scandalizza per le scelte torinesi se ne è poi andato in Iran a stringere la mano agli ayatollah, osannando chi i gay li fa fuori davvero.

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