Roma Pride: il 10 giugno in piazza al grido di “Queeresistenza”

“Non abbiamo mai smesso di lottare contro le discriminazioni, perfino istituzionalizzate, nei confronti di tutta la nostra comunità. Il pestaggio di Milano e l’accanimento contro le famiglie arcobaleno sono una prova di quanto sta accadendo. Ma nessuno potrà fermarci”. Con queste parole, il portavoce del Roma Pride Mario Colamarino, ha introdotto la presentazione della manifestazione romana dell’orgoglio lgbtqia+ attesa per il prossimo 10 giugno.

La Queeresistenza del Roma Pride

“Siamo una comunità grande, che è anche femminista e transfemminista. Anche per questo abbiamo scelto lo slogan “queeresistenza – ha proseguito Colamarino -. Un grido di resistenza ed esistenza. Che si tratti di persone trans, i cui nomi vengono eliminati dai registri scolastici o dei figli e delle figlie delle famiglie arcobaleno, cancellate dai registri comunali, nessun governo potrà mai fermare la nostra lotta e la nostra resistenza”.

La Pride Croisette a Caracalla

Per la prima volta, la Pride Croisette sarà allestita a Caracalla: un villaggio che aprirà i battenti il 2 giugno prossimo. A Tagliare il nastro ci sarà Luisella Costamagna “amica della comunità”, come ha spiegato il direttore Artistico Diego Longobardi.
Il programma si svilupperà lungo due settimane, a cavallo della grande parata del 10 giugno, e prevede spettacoli, talk, incontri, musica, un’area ristoro e molto altro, con ospiti come Stefania Orlando, le Karma B e Michela Giraud. La Pride Croisette sarà “Hollywood Edition” “perché abbiamo voluto trasformare la walk of fame in “walk of pride” – ha spiegato Longobardi – con 30 nomi di persone che hanno fatto qualcosa di importante per la nostra comunità. Tra questi Mario Mieli, Marsha P. Johnson, David Bowie e molti altri”.
“Abbiamo stretto una partnership con il Disabilty pride network – ha sottolineato ancora Colamarino – per rendere accessibile non solo la parata, ma tutti gli eventi della Pride Croisette”.

Il 10 giugno la parata con il sindaco Gualtieri

La parata, a cui parteciperà anche il sindaco Gualtieri, partirà da piazza della Repubblica e seguirà il tradizionale percorso fino alla fine dei Fori Imperiali. Testimonial saranno, come già annunciato, Paola e Chiara e “Furore” sarà l’inno del Pride. La festa conclusiva, quest’anno, si svolgerà a partire dalle 20 all’Ippodromo delle Capannelle. Ad organizzarlo, come sempre, Muccassassina.
“Abbiamo ottenuto anche il patrocinio della Regione Lazio – ha dichiarato ancora il portavoce -. Ora però ci aspettiamo sia l’inizio di un percorso che porti ad azioni concrete di sostegno alla nostra comunità. Sostegno che il Comune non ci ha mai fatto mancare già dallo scorso anno”.

Obiettivo: 1 milione di presenze

“Lavoriamo per raggiungere e superare un milione di presenze – ha aggiunto l’assessora alle Pari Opportunità Monica Lucarelli -: Roma Capitale si sta impegnando in questo senso. Abbiamo raggiunto tanti obiettivi nell’ultimo anno, grazie al lavoro fatto insieme a Marilena Grassadonia, come l’apertura dello sportello d’ascolto che abbiamo scelto di attivare in un territorio particolare come quello del Decimo municipio. E’ anche la prima volta che un Comune grande come Roma avvia un percorso di formazione del personale sui temi LGBT+. E poi l’impegno sulle carriere alias e sulle trascrizioni degli atti di nascita che il sindaco Gualtieri ha sposato”.

Una città accogliente è una città più attrattiva

“Questo Pride sarà un grande evento diffuso – è stato il commento dell’assessore ai Grandi Eventi e al Turismo, Alessandro Onorato -. Stiamo lavorando insieme per fare in modo che sia un’esperienza unica e lo sarà, anche grazie ad un programma pazzesco. Questa deve essere una città culturalmente più aperta: negli scorsi anni sono stati fatti passi indietro, ma noi vogliamo recuperare. Quando si riesce a rendere una città più accogliente, la città diventa anche una meta privilegiata, più appetibile e più attrattiva”.

Il patto tra il Comune di Roma e la comunità LGBTQIA+

“Sono orgogliosa e felice che la presentazione del Pride si tenga in Campidoglio – ha dichiarato la coordinatrice dell’Ufficio LGBT+ di Roma Capitale, Marilena Grassadonia -: è l’ennesima occasione per rinsaldare un patto di alleanza che l’amministrazione ha fatto con le associazioni e la comunità lgbtqia+ intera. La presenza di Roma Capitale arriva dopo un anno di lavoro intenso, che ci ha visti impegnati su diversi fronti e su tanti temi che coincidono con gli ambiti della vita personale di ognuna e ognuno di noi: dallo sport alla formazione, passando per il sociale. Il pride è un evento straordinario e un importante momento di visibilità e di rivendicazione politica grazie al movimento LGBT+ da sempre avanguardia sociale e politica nel nostro Paese”.

Le famiglie arcobaleno strette in una morsa

“Vogliamo che si alzi una voce alta e ferma, da parte di tutto il centrosinistra, ma anche di quelle forze liberali – ha aggiunto Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno -. Siamo stretti in una morsa: il blocco dei certificati di nascita e l’impugnazione di quelli già esistenti. Abbiamo bambine e bambini che si ritrovano con i genitori cancellati da un giorno all’altro. Siamo arrivati al punto che si stanno facendo pressioni politiche sulle procure. La separazione dei poteri, in questo Paese, è un pericolo”.
“Il Roma Pride sarà importantissimo: come Famiglie Arcobaleno abbiamo deciso di convogliare qui la massima partecipazione anche da altre città perché per noi Roma è centrale – ha sottolineato Crocini -: qui c’è il parlamento e qui si decide delle nostre vite. Saremo tante e tanti per dimostrare che non è solo una possibilità che le famiglie omogenitoriali esistano: è una realtà”.

Portate i bambini al Roma Pride

“Faccio un invito alle famiglie di questa città – ha concluso -: venite al Pride, portate i vostri nipoti, i cugini, invitate le persone. Il Pride è una grande festa e la strumentalizzazione che si fa il giorno dopo è solo un’eco. Il Pride è un posto accogliente per i bambini e le bambine: rinsaldiamo un patto, dimostriamo che l’attacco alle famiglie omogenitoriali è un attacco alle persone. Oggi attaccano noi, domani potrebbero attaccare chiunque altro”.

Le persone trans rese invisibili

“Noi persone trans viviamo in una società in cui le nostre vite non sono considerate – ha ricordato Syd Vladikas di GenderX -. Non esiste una legge che tuteli il diritto all’istruzione delle persone trans che non possono frequentare la scuola con il nome di elezione. Vogliamo la carriera alias in tutte le scuole, che sia garantita la privacy delle persone trans binarie e non binarie perché questa è la causa dell’abbandono scolastico delle persone trans. Lo stesso vale per gli ambienti lavorativi. Circa 400 mila sono le persone trans in Italia che rischiano di non essere integrate nella nostra società. Anche in ambito sanitario c’è molta impreparazione a relazionarsi con le persone trans”. “Scenderemo in piazza per chiedere la depatologizzazione e l’autodeterminazione delle persone trans – ha concluso -. Vogliamo che si approvi una legge che ci tuteli dalle discriminazioni e che tuteli tutte le minoranze discriminate. Noi non abbiamo disturbi mentali, come già riconosciuto a livello internazionale, quindi vogliamo eliminare la legge 164 che ci impone la medicalizzazione per cambiare il nome all’anagrafe”.

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