VATICANO – La chiesa Cattolica e quella Anglicana vorrebbero riunirsi, ma non sono d’accordo su donne e sessualità
AUSTRIA – Upgrade delle unioni civili. Discriminazioni incluse
Sophie Karmasin, Ministro per la Famiglia e Gioventù, ha presentato insieme al Ministro dell’Interno Wolfgang Sobotka e al Ministro della Giustizia Wolfgang Brandstetter un disegno di legge che permetterà alle coppie dello stesso sesso di unirsi civilmente in Comune e di poter congiungere i cognomi dei coniugi. Fino ad adesso le coppie same-sex potevano solo registrarsi in un ufficio senza cerimonia e non potevano congiungere i loro cognomi. ”Questo è un passo in avanti per la comunità LGBTI del nostro paese”, hanno dicharato i tre Ministri membri dell’ÖVP, Partito Popolare Austriaco, lo stesso che impedì di equiparare le unioni civili al matrimonio e che solo dopo l’intervento della CEDU fu costretto a riconoscere alle coppie dello stesso sesso l’istituto della stepchild adoption (2013) e finalmente quello dell’adozione piena (2016), dopo che la Corte Costituzionale ordinò l’equiparazione delle norme.
Katherine Prescott, madre di Kyler Prescott, ragazzo trans FTM morto suicida a soli 14 anni nel maggio del 2015 ha deciso di denunciare l’ospedale pediatrico Rady di San Diego. Il teenager californiano aveva già cercato di farla finita, e fu portato nel reparto di psichiatria del Rady proprio per evitare che tentasse il suicidio. Ma durante le 72 ore del periodo di osservazione sembra che il personale non abbia tenuto conto del motivo del suo ricovero, ostinandosi a trattarlo come un paziente di sesso femminile e facendo peggiorare la sua condizione. ”Era caduto in una spirale, non riusciva a riprendersi” – dice la madre. ”Il personale del reparto lo aveva traumatizzato. E pensare che io avevo affidato mio figlio alle loro cure, sicura che in ospedale avrebbero potuto aiutarlo”. Lo scopo di Katherine è riuscire a dimostrare che il personale non si è comportato eticamente, e che ha violato diverse leggi antidiscriminazione. ”Voglio fare in modo che a nessun’altra persona accada una disgrazia di questo genere”, conclude la madre del ragazzo.
La coppia anglo-australiana formata da Kylie Minogue e Joshua Sasse sostiene la campagna ”Say ’I Do’ Down Under” a favore del matrimonio egualitario nel paese di origine della famosa cantante e attrice da sempre vicina alla comunità LGBTI. ”Non accetto di avere il diritto di sposare chi amo, mentre altre persone non possono sposarsi per via del loro orientamento sessuale. Lo trovo semplicemente ingiusto! Perché noi (eterosessuali) dovremmo essere più importanti di altri? È ora di finirla, correggiamo questo errore” – ha dichiarato a Seven Network il suo fidanzato Joshua Sasse, dicendo che lui e Kylie vorrebbero sposarsi a Melbourne, ma che rimanderanno la data fino al momento in cui anche qualsiasi coppia LGBTI australiana avrà l’opportunità per farlo. La campagnna ”Say ’I Do’ Down Under” (Di’ ”Sì” là sotto – riferendosi alla posizione meridionale dell’Australia) affronta il tema del matrimonio egualitario nella grande isola attraverso la proposta di un referendum: nel caso in cui il parlamento dovesse accettarla, il popolo australiano potrebbe recarsi alle urne il prossimo febbraio.
Da ormai sette anni la branca russa del famoso mobilificio svedese organizza un concorso in cui ci si può far fotografare all’interno di una stanza IKEA ricostruita dal catalogo corrente. Ogni foto viene pubblicata sul sito ufficiale, e quella che riceverà più voti vincerà premi IKEA. Questa iniziativa è nata con lo scopo di attrarre più persone nei vari punti vendita del colosso svedese, e pare che tra queste ci siano anche coppie gay: Lev Polyakov ed il suo ragazzo si sono fatti fotografare, volando presto in testa alla classifica. Ovviamente le cose non sono così facili in Russia, patria della famigerata legge “antipropaganda” che vieta qualsiasi tipo di comunicazione che promuova l’uguaglianza tra persone etero e persone LGBTI: solo pochi mesi fa proprio IKEA dovette sospendere la pubblicazione di Family Life, un catalogo online in cui varie coppie, tra cui anche coppie LGBTI, pubblicizzavano una collezione di mobili. Questa volta invece IKEA Russia ha dichiarato che il loro concorso “facce da copertina” altro non è che un semplicissimo concorso fotografico, e che chiunque ha il diritto di vedere le foto e di votarle. “Qui diamo il benvenuto a tutti, a prescindere dalla loro età, identità di genere, orientamento sessuale, abilità fisica, origine, razza, nazionalità, religione o stato civile. Questo principio permea ogni aspetto della nostra azienda, e quindi vale anche per i concorsi fotografici” – ha detto un portavoce dell’azienda a Gay Star News. Peccato che nel giro di qualche giorno la foto sia stata rimossa con il seguente messaggio: “Questa foto è stata ritirata dal concorso su richiesta dei partecipanti”. Contattata dall’Independent, IKEA Russia ha confermato la notizia dicendo che non è stata una scelta aziendale, tuttavia non è stato possibile raggiungere la coppia per verificare.
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