Oggi, 13 settembre 2021, è stato il primo giorno di scuola per molti studenti e molte studentesse. Un rito che si perpetua ogni anno. E che non solo segna un giro di boa nell’incedere della ciclicità scolastica, ma che ha un grande valore simbolico di per sé. Soprattutto in tempi di pandemia. È un po’ la metafora della vita che va avanti, del crescere e del crescere insieme (anche nella società di oggi). Ed è il momento in cui si cerca di ripartire, con tutte le incognite lasciate aperte dal covid-19, ma con la volontà di riprendersi i luoghi degli affetti, quegli spazi in cui l’individuo forma il proprio io. A questo punto, è meritevole un’iniziativa di una scuola di Firenze che ha istituito la carriera alias per la popolazione studentesca non binaria e transgender.
Stiamo parlando dell’Istituto Sassetti Peruzzi, una scuola «a indirizzo professionale tecnico turistico, commerciale per la sanità e l’assistenza sociale» riporta Repubblica.it che ne dà notizia. La «prima scuola superiore della città a prendere l’iniziativa» si legge ancora «e fra le primissime in Italia» che «ha appena approvato – ne dà notizia il giornale online della scuola ” Sassetti News” – il Regolamento per la gestione di una Carriera Alias per studenti e studentesse in transizione di genere, “un supporto indispensabile”, spiega il preside Osvaldo Di Cuffa, “per aiutare chi, almeno all’interno della scuola, volesse farsi riconoscere per quello che si sente di essere, e non per come lo segnala la carta di identità”».
L’iniziativa dell’Istituto Sassetti Peruzzi è nata dalla richiesta di una ragazza transgender che, divenuta maggiorenne, ha chiesto di poter cambiare nome. Il dirigente scolastico ha dunque incontrato l’allieva, che ha già alle spalle «un percorso psicologico e/ o medico teso a consentire l’eventuale rettificazione di attribuzione di sesso», e ha deciso di accogliere la sua richiesta. Richiesta passata all’unanimità al Consiglio di istituto.
Insomma, il primo giorno di scuola – in Toscana si riprende il 15 settembre – di questa studentessa sarà nel segno del rispetto e dell’inclusione. Purtroppo molto deve essere fatto, nel nostro Paese, per rende le scuole ambienti davvero sicuri e accoglienti sia per le persone Lgbt+ sia per quei ragazzi e per quelle ragazze che sono nel mirino dei bulli per varie questioni, dall’aspetto fisico alle peculiarità caratteriali, fino alla presenza di disabilità. Firenze ha fatto un passo importante, in questa direzione. Sarebbe il caso che altre scuole seguissero l’esempio. E che le istituzioni si muovessero. In primis ad approvare il ddl Zan. Oltre a tutto il resto.
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