La Corte d’Appello di Perugia ha ribaltato la sentenza di primo grado con la quale il Tribunale aveva condannato il senatore Simone Pillon ritenendolo colpevole di diffamazione ai danni dell’associazione lgbt+ perugina Omphalos.
Per i giudici d’appello, dunque, Pillon non ha commesso diffamazione attaccando le attivitĂ che l’associazione svolge nelle scuole nell’ambito della prevenzione del bullismo omo-transfobico.
Omphalos: «Stupiti, aspettiamo le motivazioni»
«Siamo sinceramente stupiti da questa sentenza della Corte d’Appello – commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos –. Non conosciamo ancora le motivazioni, che saranno depositate tra 90 giorni. Ma l’assoluzione con formula “perchĂ© il fatto non costituisce reato” ci dice che i fatti contestati dalla procura esistono e che evidentemente la Corte ha deciso per un’interpretazione molto estensiva del diritto di critica». «Rispettiamo la decisione dei giudici – continua Bucaioni -, ma attendiamo il deposito delle motivazioni per decidere i prossimi passi nella tutela dell’associazione e della comunitĂ LGBTI tutta».
«Siamo e saremo sempre orgogliose del lavoro che i nostri volontari e le nostre volontarie svolgono nelle scuole. Così come di quello di tante altre associazioni LGBTI in Italia – conclude Bucaioni –. Il diritto di critica politica non può mai significare infangare il lavoro altrui».
Pillon: «Nessuno inneggi all’ideologia omosessualista nelle scuole»
Pillon, intanto, passa al contro attacco e rincara la dose. «Mi auguro che da oggi in poi nessuno si permetta piĂą di portare nelle scuole materiale criptopornografico – dichiara – o che inneggi all’ideologia omosessualista, oltretutto senza il consenso dei genitori. Dedico questa vittoria a tutte le mamme e a tutti i papĂ che vogliono continuare a educare i loro figli liberi da ogni indottrinamento gender».