Il Tribunale di Padova ha rigettato tutte le impugnazioni degli atti di nascita con due mamme fatte dalla Procura. Secondo il Tribunale, per annullare questi atti di nascita, serve “un’azione di Stato”. Di fatto, il Tribunale ha confermato tutti gli atti con due mamme.
Lo rende noto, via Instagram, l’avvocato Michele Giarratano, legale di 15 delle 35 famiglie composte da due madri che si erano viste impugnare gli atti di nascita dei figli e delle figlie.
«Le decisioni del Tribunale di Padova confermano che non si possono cancellare i genitori dagli atti di nascita di bambini con una procedura semplificata contraria ai loro interessi – scrive in una nota Vincenzo Miri, presidente dell’associazione di legali Rete Lenford -. Oggi, tantissimi bambini e bambine di Padova restano tutelati davanti alla legge: hanno due mamme e conservano tutti i loro diritti. Difenderemo questa decisione in ogni sede e, in ogni caso, insisteremo sempre affinché la questione di merito sia risolta dal Parlamento o, considerato il perdurante e inaccettabile silenzio, venga decisa tramite l’intervento della Corte costituzionale». Questo, aggiunge Miri, «anche al fine di eliminare una situazione giurisprudenziale di inaccettabile caos, contrario agli interessi dei più piccoli e al principio di certezza del diritto».
«Un atto di civiltà e di tutela dei minori figli e figlie di coppie di mamme» è il commento di Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno.
«Non smetteremo mai di lottare per arrivare a quello che è già garantito in ogni paese occidentale – prosegue -: il diritto dei minori a vedersi riconosciuti legalmente entrambi i genitori dello stesso sesso. Nel mondo soffia un preoccupante vento di omolesbobitransfobia, lo abbiamo visto in Russia e in molti paesi africani. E’ il momento di decidere da che parte stare. L’Italia decida se vuole prendersi la responsabilità di proteggere i diritti di tutti i minori o continuare a perseguitarli. Ringrazio il Gruppo Legale di Famiglie Arcobaleno per aver creduto fin dal primo momento in questa battaglia di civiltà e per essersi messo al fianco delle mamme di Padova per assisterle e supportarle fino a questo straordinario risultato».
Per il sindaco di Padova, Sergio Giordani, è «un passo avanti importante per le bambine e i bambini e per le loro mamme, oggi vince l’amore e l’interesse primario delle piccole e dei piccoli». E’ il sindaco, ricordiamo, a firmare gli atti con due mamme. «Ho sempre ritenuto di agire secondo coscienza e secondo i principi della Costituzione. Sono padre e nonno oltre che Sindaco e per me era impossibile immaginare che ci fossero bambini di serie A e bambini di serie B – ha aggiunto -. Nessuno scontro con la Procura, che ringrazio. Ora spero che il Parlamento prenda atto con urgenza che esiste un grave vuoto normativo e legiferi per tutelare queste famiglie»
Tutto nasce da una circolare inviata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a marzo del 2023. In quell’atto, inviato a sindaci e prefetti, il ministro vietava di trascrivere gli atti di nascita esteri in cui erano riportati due papà. Una posizione che si fonda sulla sentenza della Corte Costituzionale contraria alla gestazione per altri. La decisione si estendeva anche alle coppie di mamme che hanno fatto ricorso alla procreazione medicalmente assistita all’estero. In Italia, infatti, la pma è legale solo per le coppie eterosessuali. Padova era stato il caso più eclatante, con 35 atti impugnati, ma non l’unico. I primi atti bloccati furono quelli di Milano. Contro quel provvedimento, considerato un attacco alle famiglie omogenitoriali, la comunità lgbtqia+ si era mobilitata portando in piazza, proprio a Milano, 10mila persone.
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