Politica&diritti

Intolleranza zero: in piazza, a Milano, a dire no all’odio e al razzismo

Si terrà domenica 30 settembre, in piazza Duomo a Milano, la manifestazione Intolleranza Zero. Una chiamata che vuole rispondere al clima di intolleranza e violenza che si è generato nel nostro Paese negli ultimi mesi, con una recrudescenza sotto “il governo del cambiamento”. «Un clima» si legge sulla pagina dell’evento «che non si è creato improvvisamente: da anni si prepara e si alimenta in tutta l’Europa, e in alcuni paesi in particolare». L’Italia, purtroppo, è diventato uno di questi. Dopo il 4 marzo più che mai.

In Italia un inasprimento della violenza

«Da anni si seminano e si alimentano, nel nostro paese, odio e rancore» possiamo leggere ancora. «Ora, però, registriamo l’inasprimento di una violenza verbale e fisica senza precedenti, che pare non conoscere più argini. Nel mirino ci siamo finiti in tante e in tanti. Noi antifascisti, noi donne, noi migranti, noi omosessuali e trans, noi che non ci dimentichiamo che proprio ottant’anni fa l’Italia conosceva la vergogna delle leggi razziste». Abbiamo deciso di parlarne con uno degli organizzatori, Luca Paladini, il portavoce dei Sentinelli di Milano.

Sentinelli, Anpi e Aned contro il fascismo di ritorno

«La manifestazione nasce dall’esigenza di mobilitarci non più solo sui social» dichiara a Gaypost.it «ma anche guardandoci negli occhi e scendendo in piazza. A San Babila ci siamo resi conto come quest’esigenza sia davvero insopprimibile. Lì siamo riusciti ad avere quindicimila persone a fine agosto in un giorno lavorativo» dichiara con una punta di orgoglio e di speranza. L’impresa, adesso, si fa ancora più ambiziosa: prendersi lo scenario di piazza del Duomo. E in questo i Sentinelli non sono da soli: insieme a loro, tra le realtà organizzatrici, troviamo l’Anpi e l’Aned (l’Associazione nazionale degli ex deportati nei campi nazisti).

Le voci sul palco

«In piazza porteremo i racconti legati a quell’Italia che subisce sulla propria pelle l’odio e l’intolleranza di chi ci governa oggi in Italia» dichiara ancora Palladini. E quindi, davanti alla Madonnina, si alterneranno Enrico Nascimbeni, lo scrittore che è stato aspettato sotto casa, a luglio scorso, e che è stato accoltellato al grido di “comunista di merda”. Ci sarà, ci fa sapere ancora il portavoce dei Sentinelli, anche Ariano, il ragazzo che ha denunciato il famigerato annuncio razzista sul treno e che è stato massacrato sui social, dopo che Salvini ha aizzato le folle telematiche contro di lui.

Le storie di chi resiste

La piazza di San Babila a fine agosto

«Ci saranno anche la nipote di Giacomo Matteotti, novantaquattro anni» e non solo: vedremo don Biancalani, il prete pistoiese anche lui nel mirino di Salvini per aver ospitato nella sua struttura – poi chiusa – i migranti, su cui sono state fatte pesanti allusioni. E il giovanissimo Daniele, un ragazzo che ha avuto il coraggio di denunciare il clima di omofobia e di intimidazione che aleggia nella sua classe, a scuola. Parleranno, ancora, quelle realtà che lottano contro la violenza sulle donne e le Ong che si occupano di migranti. Un movimento composito, multiforme, ma che compatto dice no al fascismo di ritorno, tra il “popolo” e i palazzi del potere.

In piazza, con una maglietta rossa

«In contemporanea con la piazza di Milano ci saranno presidi in altri luoghi per l’Italia e anche per alcune capitali europee», dice ancora Paladini. Intanto, su Facebook, si registrano decine di migliaia di adesioni all’evento: una mobilitazione, per ora virtuale, che lascia davvero ben sperare. E allora ci vediamo tutti e tutte a Milano e in quei presidi, sparsi per l’Italia e l’Europa, che ci ricordano che non si può essere tolleranti con l’intolleranza. Rigorosamente con una maglietta o con un felpa rossa, addosso. In maniera ferma, decisa e pacifica.

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