Chiara Appendino fa arrabbiare la comunità arcobaleno torinese. La sindaca, infatti, ha siglato un accordo con il primo cittadino di San Pietroburgo per gemellare le due città. Scelta che però è andata di traverso a chi, da sempre, lotta per la pari dignità delle persone Lgbt.
Alessandro Battaglia, del Coordinamento Torino Pride
L’accordo, di cui non si conoscono bene i termini, rappresenta «uno schiaffo al lavoro che, insieme, abbiamo svolto fino ad oggi e che ha ineluttabilmente qualificato, Chiara Appendino, in modo positivo e soprattutto libero da ogni ingerenza esterna» dichiara Alessandro Battaglia, del Coordinamento Torino Pride, in una nota ufficiale. «Come è noto, la Russia del presidente Putin è tra le nazioni più omo-transfobiche e il governatore Georgy Poltavchenko è colui che non perse un solo secondo, nel 2012, nel firmare una oltraggiosa legge contro la cosiddetta “propaganda gay”», si legge ancora nel comunicato.
A queste parole ne seguono altre dal mondo dei Radicali italiani: «Legittimare gli interlocutori istituzionali russi corresponsabili delle più atroci violazioni dei diritti umani da parte del leader Vladimir Putin vuol dire girare le spalle alle migliaia di persone che in tutta la Federazione russa stanno riempiendo le piazze per chiedere democrazia e rispetto delle libertà fondamentali» dichiarano Leonardo Monaco e Silvja Manzi, rispettivamente segretario dell’Associazione radicale Certi Diritti e tesoriera di Radicali italiani. «Se gemellaggio deve essere» proseguono «lo si stringa con il popolo del cambiamento e con i loro leader preventivamente condannati a morte dal regime». Entrambe le associazioni, nei rispettivi comunicati, chiedono un ripensamento alla sindaca.
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