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Fendi chiede il ritiro della campagna del Roma Pride: “Danni all’immagine”

19.51 NOTIZIA AGGIORNATA (vedi fine articolo)

Fendi, la nota casa di moda, ha chiesto il ritiro della campagna del Roma Pride. La richiesta è stata appena resa nota dal Coordinamento Roma Pride che ha ricevuto una lettera dall’azienda in cui si rivendica l’uso esclusivo dell’immagine del cosiddetto “Colosseo quadrato” (il Palazzo della Civiltà Romana che fa da sfondo alle immagini della campagna) e minaccia di procedere per vie legali per chiedere un risarcimento dei danni che le foto avrebbero portato alla società. Secondo la Maison, infatti, il Coordinamento avrebbe fatto un “uso improprio” dell’immagine del palazzo che per altro è già stata usata in innumerevoli campagne promosse dal movimento lgbt romano e non solo.

“Stamani increduli abbiamo ricevuto una comunicazione ufficiale dei legali della Maison Fendi – si legge in una nota del Mario Mieli che risponde giuridicamente per il Roma Pride – in cui s’intimava al Coordinamento Roma Pride di ritirare e distruggere tutte le immagini della campagna pubblicitaria “Chi non si accontenta Lotta”, lanciata per promuovere la grande parata dell’11 giugno prossimo”. “La Maison Fendi sostiene infatti che sia stato fatto un “uso improprio” dell’immagine del Palazzo della Civiltà Romana, presente negli scatti della campagna, di cui rivendica di essere licenziataria esclusiva dell’immagine – continua la nota -. Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, capofila del Coordinamento Roma Pride, organizzatore della parata, nonché di tutti gli eventi e le iniziative ad essa collegate, è convinto ci sia un equivoco di fondo. Non è possibile immaginare, infatti, che una società che sta sul mercato e che ha tra i suoi clienti anche le persone Lgbt si senta in alcun modo danneggiata dall’indiretto collegamento con una manifestazione per i diritti umanitari organizzata da una storica associazione che fonda il suo lavoro al servizio dei diritti civili sul volontariato dei propri soci ed attivisti che in passato ha collaborato proprio con Fendi in occasione della Giornata mondiale di lotta all’Aids”.

Era metà degli anni ’90, infatti quando “i volontari del Mieli andavano proprio nello store Fendi di via del Corso per le campagne di prevenzione e di lotta all’Aids” ricorda Sebastiano Secci, portavoce del Roma Pride, a Gaypost.
Nel giorno in cui Asia Argento conferma la sua presenza come madrina del Pride la cui parata conclusiva è prevista per sabato 11 giugno, la richiesta di Fendi arriva come un fulmine a ciel sereno sul Coordinamento.

“Il valore del Roma Pride è internazionalmente riconosciuto – si legge ancora nella nota -. Oltre al sostegno economico della Regione Lazio e al patrocinio di Roma Capitale ad oggi sono pervenuti i patrocini della Ambasciate di: Canada, Quebec, Stati Uniti d’America, Regno Unito, Australia, Germania che, unitamente all’Ambasciata di Francia, parteciperanno con una propria delegazione alla Parata di sabato 11. A questo punto ci chiediamo se per “uso improprio” la Maison Fendi non voglia alludere alla presenza di persone appartenenti alla comunità LGBTQI fotografate con il palazzo sullo sfondo”.

Non intendiamo ritirare la campagna del Roma Pride – conclude il Mieli -, ma continueremo ad invitare tutti con forza alla grande parata di sabato 11 giugno, anche perchè il colosseo Quadrato per i romani non sarà mai privato ma un simbolo della città”.
Viene da chiedersi se davvero il caso Barilla prima e quello Dolce e Gabbana poi non abbiano insegnato niente al mondo degli affari italiano.

AGGIORNAMENTO ORE 19.51:  a seguito delle polemiche, Fendi ha chiarito l’equivoco autorizzando il Roma Pride 2016 ad usare le immagini del Palazzo della Civiltà Romana per la campagna della manifestazione lgbt.

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