“Sindaco Barnini, sono assolutamente contrario alla sostituzione dei termini padre e madre nei moduli scolastici comunali con “Genitore A” e “Genitore B”. Cordialmente”. Seguono nome e cognome. Così, per 1400 volte, recitavano le email che hanno intasato la casella di posta della segreteria della sindaca di Empoli Brenda Barnini.
Un vero e proprio mail bombing che ha destato l’allarme del Servizio Informatico del Comune che, secondo quanto riporta il sito d’informazione GoNews, ha scoperto che gli invii arrivavano tutti dalla stessa piattaforma. Un sito che permetterebbe ad un’associazione o ad un’organizzazione di lanciare una petizione online e, invece di raccogliere le firme come avviene di solito, di inviare email. L’iniziativa è del circolo locale dell’associazione “no-gender” Generazione Famiglia – Manif pour tous.
Il Comune ha poi spiegato che “chiunque può effettuare l’invio in automatico al Comune di Empoli inserendo un nome e un cognome qualsiasi, anche fittizi. Non solo, allo stesso modo anche l’indirizzo mail può essere inventato. Non esiste, come in altre registrazioni simili, la procedura di invio all’indirizzo di posta elettronica digitato di una richiesta di conferma da parte del legittimo mittente. In pratica è possibile inserire nome cognome e un indirizzo (oltre al CAP) e immediatamente la casella di posta elettronica del Comune di Empoli riceve il testo sopracitato”.
E’ stato così possibile verificare che alcune email erano state inviate con indirizzi di persone che, in realtà erano all’oscuro di tutto. Com’è successo al presidente del Consiglio Comunale Roberto Bagnoli. “Qualcuno ha usato il mio nome e cognome, ma anche la mia mail personale, senza il mio permesso – ha spiega Bagnoli, secondo GoNews -. Nessuno entra nel merito dello strumento utilizzato. Certamente è scorretto usare la mia identità in questo modo. Mi auguro che non ci siano altri casi simili”. Verificato l’uso di identità altrui senza l’autorizzazione degli utenti, il Comune ha provveduto a segnalare il fatto alla Polizia Postale perché si possano fare gli accertamenti necessari.
Generazione famiglia, dal canto suo, ha negato la circostanza e anche la presenza della mail di Bagnoli.
Per Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno, si tratta di “metodi che oltrepassano il confine della dialettica democratica” scelti da “chi vorrebbe far tornare questo paese nel medioevo”.
“Nel Comune di Empoli – spiega Grassadonia – i moduli inclusivi per l’iscrizione nelle scuole esistono da oltre 5 anni, dando dignità e pari cittadinanza a tutte le realtà: famiglie monoparentali (per scelta o per contingenze), genitori affidatari, tutori e famiglie omogenitoriali”.
“Dopo sollecitazioni da coloro che vedono anacronisticamente la famiglia tradizionale, come unico “modello” da tutelare – racconta la presidente in una nota -, il Comune ha deciso di raccogliere i pareri sul tema da parte di associazioni, gruppi e singoli cittadini, invitandoli ad esprimersi, attraverso un indirizzo e-mail, al quale far pervenire le proprie istanze”.
Una circostanza particolare che sembrerebbe voler subordinare il rispetto di tutte le famiglie al parere di qualcuno invece che al principio di uguaglianza. “Come Famiglie Arcobaleno abbiamo comunque deciso di portare il nostro contributo in maniera costruttiva e rispettosa – spiega ancora Grassadonia -. Numerose altre associazioni, comitati, cittadini e cittadine hanno fatto lo stesso, sottolineando come la differenza sia una ricchezza e l’inclusione un valore, dal quale una società civile non può prescindere”.
Alla luce di quanto accaduto, ora, Famiglie Arcobaleno di augura “che la polizia postale faccia al più presto luce sulla vicenda”.
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