Mancano ormai pochissimi giorni dalle elezioni europee. Come ad ogni tornata elettorale, anche i rappresentanti della comunità Lgbt+ si presentano all’appuntamento di domenica prossima, per portare avanti le istanze della nostra comunità, per difendere i nostri diritti o per allargarne la base giuridica. A questa tornata, sono tre le persone dichiaratamente omosessuali che si candidano: Daniele Viotti, per il Partito democratico, e Marilena Grassadonia e Ivana Palieri per La Sinistra. Vediamo più da vicino chi sono. In rigoroso ordine alfabetico.
Capolista per La Sinistra, per la circoscrizione centro, Grassadonia è ben nota per le sue battaglie a favore delle famiglie arcobaleno – è stata presidente dell’associazione omonima fino a poche settimane fa – e delle persone Lgbt. Determinata e battagliera, ma anche dotata di una grande umanità ed empatia, l’ex leader di Famiglie Arcobaleno si presenta agli elettori in nome dell’intersezionalità delle lotte. «Sono donna, sono madre, sono lesbica e sono una lavoratrice: posso essere discriminata, in modo diverso, per ciascuna di queste caratteristiche», ha dichiarato mercoledì scorso alla chiusura della sua campagna elettorale al Coming Out, lo storico locale arcobaleno di Roma.
«Siamo in un momento storico in cui le destre mirano a limitare le nostre libertà individuali» ha dichiarato a Gaypost.it «ognuno di noi deve assumersi la responsabilità di fare la sua parte per arginare questa deriva omofoba, fascista e misogina: per questo mi sono candidata». È importante, per l’attivista, contaminare la politica con le «esperienze provenienti dalla società civile che possano portare proposte concrete». Su cosa fare in parlamento, Grassadonia ha idee precise: «Lavorerò per un’Europa che abbia al centro i bisogni reali dei popoli, che sia baluardo di resistenza antifascista e motore propulsore di politiche che mirano al riconoscimento di diritti veri e pieni per le minoranze discriminate». Guardando con interesse anche alla scuola, luogo «in cui maturare quel pensiero critico che li renderà persone adulte consapevoli».
Omogeneo a quello di Grassadonia è il percorso di Ivana Palieri, anche lei attivista Lgbt+ e candidata per La Sinistra per il sud. Ha iniziato, infatti, alcuni anni fa come socia per Arcigay per poi approdare a Rete Genitori Rainbow, l’associazione di genitori Lgbt+ con figli avuti da precedenti relazioni eterosessuali. «Da li a poco sono entrata nell‘esecutivo nazionale come segretaria» seppur adesso dimissionaria, a causa della sua candidatura. «In questi anni sul mio territorio e in altri ho collaborato con altre associazioni arcobaleno e non, a tanti progetti come quello contro il bullismo omo-bi-transfobico, i progetti di aiuto a donne vittime di violenza e il ddl pugliese sull’omo-transfobia ancora in attesa di approvazione». Al centro della sua attività c’è «tutto quello che può toccare da vicino la vita di chi si sente minoranza o persona non tutelata».
«A dire il vero questa proposta è arrivata a sorpresa anche per me» ci confessa Palieri. «I compagni e le compagne hanno creduto coraggiosamente in me – sono una mamma rainbow in un territorio difficile del sud – e ho deciso di accogliere questa candidatura promuovendo il rispetto e la difesa dei diritti di tutti coloro non vedono tutelata la propria dignità». Un’azione, la sua, in difesa delle minoranze, dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici precari/e: «Sono anch’io una dipendente statale precaria e ne conosco le difficoltà in prima persona». E per ultimo, ma non per importanza, al centro del suo programma c’è l’attenzione alle problematiche del sud Italia, «sempre flagellato e mai valorizzato per quanto in realtà meriterebbe sia dal punto di vista territoriale che ambientale».
Daniele Viotti, candidato per il nord-ovest, si propone all’elettorato forte della sua prima esperienza come eurodeputato, nelle file del Partito democratico. Parlamentare nel quinquennio appena finito, il rappresentante dem ha costruito un curriculum di tutto rispetto in questi anni. Co-presidente dell’Intergruppo per i diritti Lgbti del Parlamento europeo, che ha guidato «con grande orgoglio» come dichiara, ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica situazioni di grave pericolo per le persone omosessuali, come quelle in Cecenia. Ha anche partecipato a importanti iniziative quali il pride di Istanbul e la prima conferenza sui diritti Lgbti in Tunisia.
«Tra i diversi testi approvati, uno di quelli di cui vado più fiero è sicuramente la prima risoluzione sui diritti delle persone intersessuali, votata lo scorso febbraio» dichiara ancora Viotti. E tra i risultati che ha portato avanti, ricordiamo l’Elenco di Azioni per far progredire l’uguaglianza delle persone Lgbt+ oltre i passi avanti sulla libera circolazione delle famiglie, incluse quelle Lgbt+, dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell’UE sul caso Coman. Ha denunciato la reintroduzione della pena di morte per lapidazione per gli omosessuali e per i credenti di altre religioni, voluta dal Sultano del Brunei e sono state condannate le terapie di conversione per le persone omosessuali: «Se sarò rieletto, continuerò a battermi con tutte le mie forze per ottenere un pieno riconoscimento dei diritti di tutte e tutti e di tutte le famiglie, comprese le famiglie arcobaleno».
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