Diversity Media Awards 2020: premiato Simone Alliva, per l’inchiesta contro l’omofobia

Sono gli oscar della “diversità”, i Diversity Media Awards: il riconoscimento che premia personaggi, film, serie TV e tutti quei contenuti sui media «che hanno contribuito a una rappresentazione valorizzante della diversità nelle aree genere e identità di genere, orientamento sessuale e affettivo, etnia, età e generazioni, disabilità». Ieri sera si è tenuta la premiazione, condotta da Melissa Greta Marchetto, con un parterre di ospiti di tutto rispetto: da Tiziano Ferro a Malika Ayane, passando per Heather Parisi, Drusilla Foer, Fabio Canino, Roberto Vecchioni e molti altri ospiti del mondo della musica e della cultura. E uno dei premi assegnati si pure è tinto di arcobaleno.

Il premio a Simone Alliva, per L’Italia è omofoba

Simone Alliva

Per la categoria Miglior articolo della stampa periodica” un riconoscimento è andato a L’Italia è omofoba il dossier curato per l’espresso da Simone Alliva. Da questa inchiesta, è per altro nato il primo libro del giornalista, Caccia all’omo (Fandango, 2020). «Ho il cuore che mi scoppia di gioia» ha dichiarato sulla sua pagina Facebook. «Con le medaglie e i trofei giornalistici ho un’esigua, davvero esigua, familiarità. Dovrei essere io a premiare la comunità LGBT+, prima di tutto» continua ancora Alliva, «che mi ha sempre sostenuto e si è sempre aperta, raccontata senza filtri e con fiducia (il dono più importante)».

L’omaggio alla comunità Lgbt+

Un riconoscimento, quello dei Diversity Media Awards, che la firma de L’Espresso ha voluto restituire alla comunità che si è prima fidata di lui e quindi si è raccontata: «Questo premio lo dedico alla comunità. A chi non si è fatto bruciare dalle fiamme dell’odio ma si è fatto forgiare da esse. A chi resiste». Non usa mezzi termini Alliva, nello stile che gli è solito. E dedica, ancora, il premio «a chi ha detto “no” a tutte quelle immonde stronzate che hanno ucciso la nostra adolescenza. Vi sono momenti nella vita in cui non c’è molto da dire serve solo ascoltare: quelle vite, che sono difficili certo. Però belle, accidenti».

Grazie

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