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Il corso di formazione di Gandolfini patrocinato dall’Ordine degli Psicologi, dei Medici e dal Miur

“La costruzione dell’identità e lo sviluppo affettivo-sessuale nell’età evolutiva”. Si intitola così un corso di formazione in programma Forlì per il prossimo 7 settembre. Il pubblico a cui si rivolge è formato da docenti, psicologi e psicoterapeuti, pediatri, medici di base, neuropsichiatri, consulenti, mediatori, educatori, assistenti sociali, magistrati e avvocati. Il convegno vanta il patrocinio dell’Ordine dei Medici di Forlì-Cesena, di quello degli Psicologi dell’Emilia Romagna e del’Ufficio Scolastico Regionale (ovvero, del Miur). Tra i relatori, Massimo Gandolfini, neuropsichiatra noto per essere l’organizzatore del Family Day e uno dei maggiori animatori del movimento “no-gender”, Angela Mongelli, docente di sociologia dell’educazione all’Università di Bari che ha collaborato con il Movimento per la vita, Giuristi per la vita, Pro vita onlus e il Forum delle famiglie, e Marco Scicchitano, psicologo e coordinatore del progetto Pioneer e anch’egli tra gli organizzatori del Family Day.

Le proteste delle associazioni: “Ritirate i patrocini”

Ed è proprio il parterre di relatori che ha scatenato le reazioni di molte associazioni del territorio. La prima a venire a conoscenza dell’evento è stata l’associazione “Un secco no” che, insieme a un elenco di altre 37 tra professionisti ed organizzazioni (tra cui l’Anpi, la CGIL, l’Arci, Arcigay Rimini, Arcigay Ravenna, Sinistra Italiana, i Giovani Democratici e MDP Articolo 1) aveva inviato un esposto a tutti e tre gli enti patrocinatori chiedendo che non concedessero il patrocinio al convegno organizzato dall’Istituto di Terapia Familiare di Forlì servizio Co.Me.Te. Forlì.
Per le associazioni che hanno presentato l’esposto, si tratta di “un tentativo di contaminazione politica ideologica e religiosa messa in atto cercando una pubblica approvazione”.

“Solo propaganda”

“Questa iniziativa nei suoi relatori emula quella precedentemente svoltasi nella stessa sede forlivese – si legge nell’esposto -, avente come protagonisti due tra i principali fomentatori di uno dei più grandi allarmismi fatti sulla pelle della comunità lgbtqi; nonché la fantomatica teoria del gender, fautori di una propaganda atta a perpetuare e implementare un atteggiamento di disparità sociale basato sul genere e sull’orientamento sessuale”.
L’esposto illustra dettagliatamente il curriculum dei relatori e il perché desta preoccupazione che ordini professionali e organi di controllo abbiano dato il patrocinio ad un convegno di questo tipo.

“Contenuti anacronistici e anti-scientifici”

“Sotto una patina di moderazione, questi incontri mirano al mantenimento delle disparità sociali e culturali tra generi, le cui tragiche conseguenze spesso si traducono in episodi di violenza fisica e psicologica a discapito della donna e di tutte le minoranze che in quanto tali necessitano invece un ancor più vigile sguardo di tutela – continua l’esposto -. Chi ha a cuore il valore della laicità dello Stato e dei luoghi e degli organi in cui esso è rappresentato trova intollerabile che iniziative dai contenuti anacronistici e anti-scientifici trovino un canale di propaganda in contesti istituzionali, ai quali viene addirittura richiesta un’ulteriore legittimazione tramite la richiesta di Patrocinio”.

L’Ordine dei Medici: “Approvato all’unanimità”

L’esposto è rimasto inascoltato e i patrocini sono arrivati. Tutti, tranne quello del Comune di Forlì che non l’ha concesso. Per questo, lunedì scorso, le associazioni hanno inviato una nuova segnalazione agli ordini professionali e all’Ufficio Scolastico.
A rispondere alla seconda segnalazione è stato l’Ordine dei Medici di Forlì-Cesena con una comunicazione firmata dal presidente.
Nella nota (qui per intero), il dott. Michele Gaudio fa sapere che il patrocinio è stato concesso con il voto unanime del Consiglio Direttivo “perché il programma ed i relatori proposti avevano un contenuto scientifico e profilo professionale nei quali non è dato rinvenire nessuno dei caratteri (posizioni antiscientifiche e discriminatorie) denunciati nella Vostra nota”. Quindi l’Ordine non darà seguito alla richiesta di ritiro del patrocinio ma fa sapere che “qualora dovessero emergere violazioni alle norme deontologiche di iscritti, lo scrivente Ordine provvederà ad attivarsi per quanto di competenza”.

L’Ordine degli Psicologi: “Non dare il patrocinio sarebbe stato un abuso”

Contattata da Gaypost.it telefonicamente, anche la presidente dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna ha preferito rispondere in forma scritta, inviando una email alla redazione. Dall’email (che potete leggere qui per intero) si apprende che anche da quelle parti il patrocinio è stato approvato all’unanimità. Secondo la dottoressa Anna Maria Ancona , l’evento “rispetta i criteri fissati dal “Regolamento per la concessione del gratuito patrocinio dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna’”. Per questa ragione “l’Ordine non dispone di alcun margine di discrezionalità e, nel rispetto dello stesso, il Consiglio non solo non poteva non accogliere la relativa domanda, ma la ha approvata all’unanimità”. “Detto in altre parole – continua la nota -, se il Consiglio dell’Ordine avesse negato il patrocinio, sarebbe incorso in un abuso di potere”.

“Gandolfini? Regolarmente iscritto al suo ordine: non sappiamo cosa dirà”

Entrando nel merito, la dottoressa Ancona precisa che “i titoli del Convegno e delle singole Relazioni non contengono elementi che possano fare pensare a contenuti discriminatori o ascientifici”.
“Certamente – ammette -, uno dei relatori, medico e non psicologo (Gandolfini, ndr), in passato, ha fatto affermazioni opinabili in altre sedi, ma risulta regolarmente iscritto all’Ordine dei Medici e nulla sappiamo sui contenuti che oggi potrà esporre né sui modi in cui li potrà proporre. Sulla base di questi dati, non era possibile per l’Ordine negare il patrocinio né oggi è possibile revocarlo. Qualora egli fosse stato sanzionato dall’Ordine di appartenenza, allora soltanto sarebbe stato possibile valutare se ciò rappresentava giusta causa di diniego”. E gli altri relatori? Per la dottoressa Ancona “sulla base del materiale reperito, non affermano posizioni ascientifiche, ma si rifanno a teorie validate scientificamente”.

“Un consigliere riferirà all’ordine”

La nota conclude che “proprio a tutela del rispetto della posizione dell’Ordine e nel dubbio suscitato dalle affermazioni passate, al Convegno suddetto parteciperà un Consigliere che riferirà al Consiglio il concreto svolgimento dell’evento”.
A quel punto, però, il convegno sarà già stato fatto e con il benestare degli ordini. Insomma, potrebbe essere troppo tardi.
Nessuna risposta dall’Ufficio Scolastico Regionale. Contattato da Gaypost.it, il dirigente ha fatto sapere tramite il suo staff che per impegni istituzionali e per l’inizio imminente dell’anno scolastico è impossibilitato a parlare con noi della questione. Ci riserviamo di contattarlo fra qualche giorno per conoscere la sua posizione.

Intanto è evidente che il convegno si terrà con i patrocini chiesti e ottenuti.

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