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Austria, sì definitivo al matrimonio egualitario: “Vietarlo è discriminatorio”

Il matrimonio egualitario in Austria, da oggi, si può fare. Pochi minuti fa la Corte Costituzionale austriaca ha infatti annunciato la sua decisione in merito. “La Corte costituzionale ha cancellato, con una decisione datata 4 dicembre 2017, la norma legale che finora impediva a tali coppie di sposarsi” si legge in una nota diffusa dalla Corte.

Abrogate tutte le leggi

In un colpo solo, l’Alta Corte ha abrogato tutte le norme che impedivano alle coppie di persone dello stesso sesso di accedere al matrimonio. Secondo i giudici, non consentire a gay e lesbiche di sposarsi violava il principio di non discriminazione stabilito dalla Costituzione del Paese. “La distinzione tra matrimonio e unione registrata – scrive la Corte – non può essere mantenuta oggi senza discriminare le coppie dello stesso sesso. Perché la separazione in due istituti legali esprime che le persone dello stesso sesso non sono uguali alle persone di sesso diverso”. Ci vorrà un anno prima che tutte le leggi abrogate oggi dalla Corte decadano. I primi matrimoni same-sex, dunque, potranno essere celebrati a partire dall’1 dicembre 2019.

Il caso sollevato da due donne

Il caso era nato dalla vicenda di due donne che avevano chiesto allo stato civile di Vienna di potersi sposare. Vigendo in Austria la legge sulle unioni civili, l’autorizzazione era stata negata. Le due donne avevano fatto ricorso direttamente alla Corte Costituzionale sostenendo che fosse stato violato il principio di non discriminazione. Sulla base del ricorso, i giudici si erano interrogati non solo su quanto fosse discriminatorio impedire il matrimonio, ma anche su quanto lo fosse avere creato un istituto a parte (le unioni civili, appunto) solo per le coppie di persone dello stesso sesso. Oggi la risposta definitiva.

La questione della genitorialità

Finora, per le coppie unite civilmente, era possibile sia l’adozione bambini esterni alla coppia sia quella del figlio biologico del partner. Inoltre, alle coppie di donne era garantito l’accesso alle tecniche di procreazione assistita. L’estensione del matrimonio a tutte le coppie estende anche il principio per cui i genitori sono tali dal momento della nascita dei figli.

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