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La Asl di Bressanone riconosce il congedo matrimoniale a dipendente gay

È durata quasi due anni, la battaglia di Christian Wieser e del compagno Armin, di origini austriache, che dopo essersi uniti civilmente a Berlino secondo la legge locale, hanno fatto richiesta alla Asl dell’Alto Adige di potere usufruire del congedo matrimoniale. Oggi, il lieto fine.
Christian, cittadino italiano di 43 anni e originario di Bressanone, di ritorno d Berlino ha chiesto all’azienda sanitaria presso cui lavora, di avere il congedo riconosciuto alle coppie etero che si sposano. Dall’azienda, però, in quell’estate del 2012, era arrivato un diniego.

Christian Wieser e il compagno Amir Wieser Dallapiccola

“Christian non si è dato per vinto e si è rivolto al nostro studio legale Gay Lex, specializzato nella tutela delle persone gay, lesbiche, trans, bisex e intersex – spiega l’Avv. Michele Giarratano che ha seguito la vicenda in questi anni -. Inizialmente abbiamo tentato di trovare un accordo con l’Asl di Bressanone, segnalando come il comportamento dell’azienda fosse discriminatorio e allegando le numerose pronunce (soprattutto europee) in merito. Dall’altra parte però abbiamo trovato un muro di gomma“. Per nulla rassegnati, Christian e i suoi legali si sono rivolti al giudice del Tribunale di Bolzano avviando una causa per discriminazine sul posto di lavoro.
È di queste ore la notizia che la Asl, invece che attendre la pronuncia del giudice, ha deciso di riconoscere al suo dipendente e al compagno il diritto ai quindici giorni di congedo matrimoniale.

L’Avv. Giarratano spiega infatti che “in corso di causa, per fortuna, è arrivato il dietrofront da parte dell’Asl dell’Alto Adige che ha deciso di raggiungere un accordo e accogliere in pieno le nostre richieste, riconoscendo al lavoratore le due settimane di congedo matrimoniale che inizialmente era stato negato. È un risultato davvero importante, soprattutto tenuto conto che il datore di lavoro non è un’azienda privata ma un ente pubblico”.
Da diversi anni, ormai, pur in mancanza di una legge che riconosca le unioni tra persone dello stesso sesso, sono sempre più numerose le aziende pubbliche e private che hanno scelto di adottare una politica di equità per i propri lavoratori, permettendo anche alle coppie gay e lesbiche di usufruire del congedo matrimoniale, come Telecom o l’Ente Teatro Massimo di Palermo.

“Sono davvero soddisfatto del risultato ottenuto – commenta Christian Wieser – non tanto perché avrò il congedo matrimoniale che mi era stato negato, ma perché è stato ristabilito un principio di uguaglianza. È triste come ancora oggi in Italia, in assenza di una legge sulle unioni civili, i cittadini siano costretti ad adire i Tribunali per vedere riconosciuti i propri diritti, e spero che presto la situazione cambi. Io ho deciso di espormi in prima persona e battermi per le mie ragioni, ma non tutti hanno questo coraggio o questa possibilità, ed è per questo che è importante una legislazione in materia”.
“Lungo il percorso – continua lo psicologo brissinese – ho avuto la fortuna di ricevere l’aiuto e il sostegno di diversi professionisti ed istituzioni. Approfitto per ringraziare non solo l’Avv. Giarratano dello studio Gay Lex, che è riuscito a portare a casa questo importante risultato, ma anche chi ha sostenuto la mia battaglia negli anni, come la dott.ssa Michela Morandini, consigliera di parità in Alto Adige, la dott.ssa Clara Astner, presidentessa del comitato per le pari opportunità ASL Bressanone, l’UNAR (Ufficio Nazionale Anti Razzismo), l’Avv. Cathy Latorre di Bologna e l’Avv. Massimo Rocchi di Bolzano”. “Un grazie affettuoso va a tutti i nostri amici, alle nostre famiglie e ai colleghi di lavoro – conclude Weiser – che ci hanno dato la forza di andare avanti con questa battaglia per i diritti per la comunità GLBTQ Italiana”.

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