De Mari condannata in appello per diffamazione contro la comunità LGBT+

Seconda condanna in appello per Silvana De Mari. Dopo quella dello scorso marzo, in cui il giudice di secondo grado aveva confermato la sentenza del Tribunale nel caso che vedeva il circolo Mario Mieli di Roma contro De Mari, oggi arriva una nuova pronuncia della Corte d’appello. Questa volta il caso è quello della querela presentata dal Coordinamento Torino Pride che aveva già vinto il primo grado di giudizio. La Corte d’appello di Torino ha confermato la condanna a pagare 1500 euro di multa

Battaglia: “Ora De Mari ci penserà bene prima di offendere”

“Siamo contenti dell’esito di questa seconda sentenza” commenta a Gaypost.it Alessandro Battaglia, coordinatore del Torino Pride ai tempi in cui il coordinamento querelò De Mari. “Ora, forse, De Mari ci penserà bene prima di dire certe cose. Ma il vero grande risultato di questa vicenda – prosegue – è che da oggi, a tutti gli effetti, le associazioni LGBT+ sono legittimate non solo ad essere considerate parte lesa, ma anche a rappresentare le persone LGBT+ diffamate”. A differenza della denuncia presentata dal Circolo Mario Mieli di Roma, infatti, in questo caso De Mari non si rivolse a persone precise. Le sue affermazioni diffamatorie erano rivolte genericamente alle persone LGBT+.

Costretti a ottenere diritti nei tribunali

“Rimane l’amarezza di constatare che siamo ancora costretti a farci strada e ottenere diritti nelle aule dei tribunali – sottolinea Battaglia -, invece di avere una legge che ci tuteli. E’ una cosa insopportabile dal punto di vista delle vittime e anche da quello giuridico”.
“Tutto il coordinamento è soddisfatto di come si sia concluso il secondo grado di giudizio – conclude Battaglia -. E voglio ringraziare di cuore l’avvocato Nicolò Ferraris che fin dall’inizio ha assunto la causa totalmente pro bono”.

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