“Nessuna modifica al ddl Zan”: la risposta delle associazioni alla senatrice Masini

Non hanno dubbio, le associazioni: sul ddl Zan nessuna proposta di modifica è accettabile, incluse quelle avanzate dalla senatrice di Forza Italia Barbara Masini..
“Modificare il ddl Zan significa cestinarlo” scrivono in una nota appena diffusa oltre 100 realtà lgbt+ e non solo.

Le modifiche di Masini al ddl Zan

Fresca di coming out nell’aula di Palazzo Madama, la senatrice Masini ha proposto di togliere l’articolo 1 che contiene le definizioni e l’articolo 4, il cosiddetto “salva idee”. Masini ha aggiunto anche una modifica all’articolo 7 per lasciare fuori le scuole elementari dalla giornata contro l’omolesbobitransfobia. La senatrice ha poi aggiunto che, comunque, voterebbe la legge così com’è “tutta la vita”.

Il “no” secco del movimento

“Qualsiasi modifica al disegno di legge significherebbe riportarlo alla Camera e affossarlo, tornando al punto di partenza e perdendo ancora tempo – scrivono le associazioni e collettivi -. Si propone ancora una volta di modificare il disegno di legge. Farlo a questo punto, però, significa cestinarlo. Senatrice, se, come dice, “voterebbe questa legge così com’è tutta la vita”, non ha che da annunciarlo e poi farlo” continuano le associazioni”.

“Basta rinvii sul ddl Zan”

La nota arriva dalle stesse realtà che in questi mesi hanno riempito le piazze di tutta Italia mantenendo fermo il punto: sul ddl Zan non si torna indietro.

Ora, quello stesso movimento “risponde con un secco no” alle ulteriori modifiche proposte.
“Siamo stanchə di mediazioni, modifiche e compromessi sui nostri corpi e sulle nostre identità – conclude la nota -. I voti per approvarlo ci sono, lo abbiamo visto prima alla Camera e poi al Senato nei giorni scorsi. Il testo va approvato così com’è, basta rinvii”.

Il rischio rimpallo infinito

Vale la pena ricordare che qualsiasi modifica apportata adesso al testo implicherebbe un ritorno alla Camera dove non è possibile escludere che altri emendamenti potrebbero essere proposti e votati. A quel punto toccherebbe di nuovo al Senato. Un rimpallo potenzialmente infinito per il quale, al netto del merito sulle modifiche, non ci sarebbero più i tempi tecnici.

In autunno, infatti, tutto si fermerà per la legge di bilancio. Nel frattempo, ad agosto inizia il semestre bianco che precede l’elezione del capo dello Stato: una partita che, prevedibilmente, assorbirà tutto il dibattito parlamentare.

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