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Violenza sulle donne, stato choc su Facebook di un membro del Rotary di Siracusa

Associazioni Lgbt+ e non contro il Rotary Club, a Siracusa. Nel mirino di attivisti e attiviste, uno stato su Facebook scritto da Giulio Ragusa, presidente del Rotaract Club Monti Climiti, sezione “giovanile” che raccoglie soci e socie dai 18 ai 30 anni di età. Tutto è avvenuto lunedì scorso, in occasione del 25 novembre, data della Giornata contro la violenza sulle donne. Vediamo più nel dettaglio cosa è successo.

Lo stato su Facebook

«Chiediamo le dimissioni o la destituzione immediata del Presidente del Rotaract Club Siracusa Monti Climiti, Giulio Ragusa». Comincia così la petizione lanciata (tra le altre realtà, ben dodici, e singole adesioni dal mondo del volontariato) da Stonewall Glbt, Arciragazzi, Arcigay e il Centro antiviolenza Ipazia a Valerio Cimino, governatore del Distretto Rotary 2110. Ragusa è contestato per aver scritto un «post razzista, omofobo e misogino». Il testo è il seguente: «Giornata contro l’omofobia, giornata contro il razzismo, giornata contro la violenza sulle donne. E allora ditelo che è vietato divertirsi». Parole che, giustamente, hanno destato sgomento tra le attiviste e gli attivisti aretusei.

La petizione delle associazioni

Lo stato incriminato

Le associazioni chiedono perciò le sue dimissioni. Dalla petizione, tuttora on line, emergono altri dettagli sulla vicenda: «Il post in questione, ora rimosso, era stato pubblicato 4 anni fa». Si tratterebbe quindi della condivisione di un “ricordo”, ripubblicata «dallo stesso quest’anno in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne». I/le presidenti delle realtà che hanno firmato l’appello chiedono «a chi di competenza, di prendere una posizione pubblica in merito chiara e netta, poiché omofobia, misoginia, razzismo non sono “giochi” per far “divertire”qualcuno». E possiamo leggere ancora: «Nel ricordare a tutte e tutti, che il silenzio è dolo e rende complici, rimaniamo in attesa di un vostro celere riscontro».

Il silenzio dei vertici del Rotary

«Ad oggi, tuttavia, non ci è arrivata alcuna comunicazione inerentemente a questa spiacevole vicenda» dichiara a Gaypost.it Tiziana Biondi, di Stonewall Glbt. Forse l’autore dello stato su Facebook ha ritenuto una semplice goliardata riproporre certe parole, ma sarebbe il caso che qualcuno – proprio dentro il Rotary Club – ricordasse a Giulio Ragusa che in Italia ogni 17 minuti una donna è vittima di violenza e che ogni tre giorni assistiamo a un femminicidio. Per non parlare della recrudescenza del razzismo. E che gli atti di omofobia e transfobia sono una triste realtà, che si abbattono sulle vite delle persone Lgbt, a volte con conseguenze molto gravi ed estreme. Ritenere divertente tutto questo, fosse anche solo per scherzo, significa mancare di rispetto alle vittime di tutta questa violenza. Che sia fatto in una data simbolica, diventa oltre modo irricevibile.

Che fine ha fatto la mission del Rotary?

Lascia molto da pensare, dunque, che ad oggi non ci siano stati riscontri da parte dei vertici del Rotary: a leggere il sito web dell’associazione, apprendiamo infatti che essa è «il punto d’incontro in cui uomini e donne intraprendenti, amici, conoscenti, professionisti ed imprenditori si riuniscono per impegnarsi a risolvere i problemi più pressanti, scambiare idee, agire ed apportare cambiamenti positivi e duraturi nella comunità». E nella pagina del Rotaract, leggiamo ancora che i suoi soci sono «animati da un forte impegno sociale e dalla volontà di dare un aiuto concreto», intraprendendo iniziative che mirano «a migliorare le condizioni di vita nel mondo». Mission che non sembra coincidere con le parole espresse e rilanciate da Ragusa. Parole che, di certo, non supportano il silenzio da parte dei vertici del Rotary stesso.

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