I sindaci lombardi della Lega Nord si stanno organizzando per studiare forme utili ad opporsi alla celebrazione delle unioni civili. Sull’onda dell’invito del loro leader Matteo Salvini, che subito dopo l’approvazione della legge ha invitato i suoi amministratori a fare obiezione di coscienza, i primi cittadini di alcuni comuni lombardi si incontreranno per vedere il da farsi per negare la possibilità alle coppie gay e lesbiche che vivono nel loro territorio di unirsi, come ormai prevede la legge.
Secondo quanto riporta il quotidiano il Giorno, è soprattutto nel varesotto, roccaforte del Carroccio, che i sindaci leghisti si stanno mobilitando.
«Mi sembra strano – ha dichiarato Fagioli – che a fronte di un momento di crisi economica del quale non si vede la fine, di una politica internazionale che vive un momento delicato, dell’incapacità del Governo di tutelare i propri confini e i cittadini italiani, la preoccupazione sia quella di creare nuovi contratti, nuove forme di matrimonio che non ricalcano quelle tradizionali europee. Credo che in questo momento ci sia altro da fare».
Vale la pena ricordare che la legge sulle unioni civili non prevede l’obiezione di coscienza (che, appunto, deve essere prevista perché vi si possa fare appello) e che il rifiuto di celebrarle può comportare il rischio di una denuncia per omissione e rifiuto di atti d’ufficio, secondo l’art. 328 del codice penale.
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