Iene, Unar e circoli gay: la risposta di Anddos

Il servizio mandato in onda ieri sera da Le Iene, sui finanziamenti dell’Unar, sta suscitando molto clamore. Fratelli d’Italia ha già annunciato interrogazioni urgenti al Governo e il senatore Giovanardi ha rincarato la dose chiedendo che si blocchi subito l’erogazione dei finanziamenti. Poco dopo, anche il M5S ha annunciato una analoga interrogazione.iene_risposta_anddos1

Abbiamo raggiunto Marco Canale, il presidente di Anddos, l’associazione chiamata in causa dalla trasmissione. Canale si è limitato ad uno stringatissimo commento. “Ieri sera a “Le Iene” abbiamo assistito a un pessimo servizio montato a tavolino contro le associazioni e comunità lgbti – ha dichiarato Canale -, che rilancia lo stereotipo omosessualità-perversione-prostituzione. Mancava solo “pedofilia” e il quadro sarebbe stato completo”.

Sorprendentemente, nessun accenno alle allusioni legate alla prostituzione, né a quelle di essere stati, in qualche modo, privilegiati dal fatto di avere tra gli associati il direttore dell’Unar stesso, Francesco Spano. Nessun riferimento, nemmeno, alle accuse di camuffare, sotto la facciata di attività culturali, imprese commerciali. Accuse dirette proprio ad Anddos. Abbiamo tentato di parlare anche con il dottor Spano, ma senza successo.

Comments
  • Dario Besola
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    Nulla contro la sfera privata e il proprio modo di essere. Ci mancherebbe altro. quello che fà rabbia e che ancora una volta i soldi dello “stato”, (come si usa dire quando non si voleva identificare un “proprietario”) vengono utilizzati per fini privati. E’ la solita manfrina all’Italiana. Non voglio nemmeno immaginare lo stipendio di un alto funzionario di palazzo Chigi, e mi chiedo cosa puo’ spingere un individuo a legittimarsi a fare cose del genere. Secondo me la risposta è che in Italia, il solito mix tra impunità, “sponsor” disposti a coprirti, mazzette e tutto l’indotto, ti incentiva a rendere la cosa pubblica una cosa tua. Come se dietro alla parola “stato” non ci siano lavoratori ai quali vengono chiesti sempre più sacrifici ed erogati sempre meno (e pessimi) servizi. Questo in una commistione tra politica e amministratori scelti dalla politica.
    Una riforma della pubblica amministrazione è sacrosanta. Sono a centinaia di migliaia i dirigenti (piazzati dagli amici politici) di micro-uffici da stipendi stellari (e da future pensioni d’oro) senza avere la minima responsabilità sul loro operato. Ci sono negli apparati centrali, ma soprattutto negli enti locali quali regioni e province dove, avendo bilanci precari, lamentano troppe poche risorse per fare qualcosa di serio ma sono abbastanza per ingolosire i propri portafogli.
    Un rimedio ci sarebbe: iniziamo a eliminare la politica dagli Enti locali, sopprimiamo gli Enti inutili e delocalizziamo, anche di sole poche centinaia di metri i funzionari. Perchè ci vuole per forza un poliziotto per raccogliere una denuncia di smarrimento di un portafoglio? Ci vogliono un vigile del fuoco per trattare una pratica amministrativa di loro competenza? Ci vuole un finanziere per trattare le pratiche amministrative di loro competenza? E’ necessario un vigile urbano (ops oggi poliziotto locale) per smaltire le pratiche amministrative comunali?

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