La TV dello “scandalo”, sulla pelle di una persona transgender

Un servizio televisivo, andato in onda su Fuori dal coro, su una sex worker transgender. Con tanto di nome e di volto messi in chiaro e affidati alla pancia del pubblico. È questa la brutta storia che coinvolge S.C. – abbiamo deciso di tutelare al massimo l’identità della donna – attivista siracusana dell’associazione Stonewall Glbt che si è vista al centro di una gogna mediatica vera e propria. Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di ricostruire il tutto. E tutto parte dalla trasmissione condotta da Mario Giordano. Trasmissione chiamata dal padrone di casa dell’attivista, per denunciare il fatto che lei non pagherebbe l’affitto. E così, tramite un escamotage, il giornalista le chiede un appuntamento fingendosi un cliente. Ma ad attendere S.C. di fronte casa c’è una troupe televisiva.

L’agguato all’attivista transgender

Il video – che preferiamo non riproporre, per evitare di contribuire a gettare discredito sull’attivista – fa vedere S.C. visibilmente in imbarazzo di fronte alle telecamere. Lei realizza subito che le è stato teso un vero e proprio agguato, come lo definisce lei stessa. «È lei che mi ha chiamato?» chiede al giornalista, che la incalza sull’affitto non pagato. «È un crimine trovarsi senza soldi e non poter pagare?» prova a giustificarsi lei. E quindi gli chiede, sempre più imbarazzata: «E cosa c’entra fare un agguato? Io non parlo». E si chiude in casa.

Le criticità sul video di Fuori dal coro

Un momento del servizio

Ci sono diversi elementi di criticità in questo servizio. Noi non possiamo sapere le ragioni per cui l’attivista non riesce a pagare l’affitto. E il suo lavoro di sex worker può essere l’unica fonte di reddito, soprattutto in un momento delicato come quello che vivono moltissime persone, in tempi pandemia. Non sappiamo se ci sono problemi di salute che richiedono cure costose. Non sappiamo che i soldi che guadagna siano sufficienti a coprire le spese minime o meno. Al netto di questo, ci si chiede: qual è la ragione per cui viene presa di mira una comune cittadina, per il semplice fatto che non riesce a pagare l’affitto al proprietario di casa? Quanti saranno i casi simili al suo? Come mai Rete4 e la trasmissione di Mario Giordano – quello noto per spaccare zucche in tv, per intenderci – hanno deciso di prendersela proprio con lei? Mediaset risponde a tutte le segnalazioni in cui un qualsiasi proprietario chiama per denunciare morosità o inadempienze, da parte dei propri inquilini?

I dati sensibili esposti al pubblico ludibrio

Sembrerebbe, stanti così le cose, che faccia gola la storia di una persona transgender che si prostituisce e che non paga l’affitto. Ma così, più che fare informazione, si ha la sgradevolissima sensazione che si voglia fare sensazionalismo esponendola al pubblico ludibrio e diffondendo dati sensibili. Primo tra tutti, la sua identità sessuale che dovrebbe rimanere affare privato. Dovrebbe essere S.C., insomma, a dire a chi e quando vuole lei che è una persona transgender. Così come riferire in tv che fa la sex worker è un qualcosa – vista la delicatezza e la complessità dell’argomento – che andrebbe trattato in maniera molto diversa e con maggiore rispetto nei confronti della persona in questione. Si poteva, ad esempio, coprire il volto e usare un nome di fantasia, se proprio si voleva fare un servizio del genere. E invece, la privacy di questa persona è stata data in pasto a un pubblico che poi non ha avuto problemi a insultarla e ridicolizzarla nei commenti sulla pagina Facebook in cui è stato condiviso il video.

A Fuori dal coro uno spettacolo di bassissimo livello

Mario Giordano sul monopattino a Fuori dal coro

Sembrerebbe, insomma, di trovarsi di fronte all’ennesimo caso di transfobia. Transfobia condita con la solita pruderie che abbiamo imparato a conoscere bene in certa informazione. Quella di una tv urlata su un monopattino, alimentando facili indignazioni che si limitano all’invettiva. Quella che solletica la pancia dei suoi telespettatori e arriva a offrire uno spettacolo degradante e di bassissimo livello. Per fortuna S.C. è circondata da amici e amiche che stanno provando a proteggerla e a fornirle l’assistenza legale di cui ha bisogno. «Condanniamo senza se e senza ma il metodo usato dai giornalisti Mediaset» critica la trasmissione Alessandro Bottaro, presidente di Stonewall Lgbt+, che ricorda ancora: «Questo non è fare giornalismo ma esporre alla gogna mediatica una persona, per altro inquadrata sin da subito a viso scoperto, il cui operato e le scelte, giuste o sbagliate che siano, non sta certo a noi giudicare».

Un’operazione mediatica scorretta e lesiva

Per Bottaro si è trattato, infatti, di una vera e propria aggressione ai danni della loro associata. «Ci chiediamo quale utilità ci sarebbe ad associare la morosità riguardo all’affitto di casa della […] con l’eventuale attività di prostituzione che avrebbe messo in atto per mantenersi, se non per una ben precisa volontà di screditare la persona alimentando il becero stereotipo della transessuale dedito alla prostituzione» dichiara ancora. E al netto delle ragioni del suo padrone di casa, che non si mettono in discussione, bolla come «scorretto e lesivo della dignità della signora» il video, così come l’operazione mediatica condotta da Fuori dal coro. Purtroppo ai danni di una persona. Di una persona transgender, ancora un volta.

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